Il grafico che segue confronta la dinamica del Pil reale dell'Italia durante la seconda guerra mondiale, con la contrazione del Pil intervenuta durante la crisi in Eurozona, integrando quest'ultimo dato con le previsioni del FMI fino al 2018. Fatto 100 il Pil base nell'anno precedente l'inizio dell'evento (1938 per la II guerra guerra mondiale; 2007 per la crisi in Eurozona), emerge il grafico che segue:
Nell'asse delle ascisse sono riportati gli anni dall'inizio dell'evento
Si osserva che nei primi anni della seconda guerra mondiale il Pil dell'Italia è cresciuto, per poi precipitare del 40% negli anni successivi, in concomitanza con il periodo di maggior intensità del conflitto. Successivamente, dopo il 1945, il PIL risale repentinamente e raggiunge il livello precedente al conflitto dopo 11 anni dall'inizio La linea rossa rappresenta la dinamica del Pil durante la crisi iniziata nel 2008 con lo scoppio della bolla dei mutui subprime e il fallimento della Lehman Brothers, proseguita, successivamente, con la crisi in Eurozona. La linea tratteggiata verde rappresenta le previsioni di crescita dell'Italia, fino al 2018, elaborate dal Fondo Monetario Internazionale, notoriamente assai ottimistiche. Si osserva che la contrazione del Pil, pur essendo imparagonabile con crollo intervenuto durante la seconda guerra mondiale (ci mancherebbe pure!!) si protrae più a lungo rispetto al primo evento. Stando alle previsioni del FMI, quindi, dopo 12 dall'inizio della crisi, l'Italia si troverà con un prodotto interno lordo ad un livello più basso e ben lontano rispetto a quello dell'inizio della crisi. Cosa che non era avvenuta neanche a seguito della seconda guerra mondiale. E non è affatto detto che le previsioni di crescita del Fondo Monetario Internazionale non vengano smentite da un contesto economico assai più complesso rispetto ai valori di crescita incorporati nelle previsioni del FMI.