Magazine Diario personale

Confusa e…

Creato il 13 novembre 2013 da Povna @povna

“Come stai, ‘povna?” – le chiede il collega Barbalbero prima di entrare in consiglio di classe.
“Boh, così” – fa la ‘povna sovrappensiero e presa chissà perché dalla scimmia di rispondere nel merito, invece di pronunciare il solito, referenziale, “Bene, grazie” della buona educazione.
“In che senso, ‘così’” – replica Barbalbero, in memoria di un anno nel quale le loro conversazioni erano un po’ più che diplomatiche.
“Mah, che al fondo direi bene, veramente. Però sopra ci sono talmente tante cose, e informazioni, e dati da interpretare che non riesco a percepirlo. E intravedo nella mia vita potenzialmente un gran casino”.
“Però sei di buon umore, mi sembra”.
“Oh sì, è fuori di dubbio. Ma pure questo mi confonde. Ecco, se dovessi riassumere in unico aggettivo proprio tutto, direi che son confusa”.
Confusa e felice” – chiosa lui subito, ovviamente.
“Ora, non ci allarghiamo, ‘felice’ è proprio tanto. ‘Confusa e serena’, forse”.
Poi entrano i genitori di Armadietto, e il discorso si perde. Ma la ‘povna ci ripensa sulla via di casa.
E riflette su questo autunno dalla molte sfaccettature sghembe, e sulle corse, e i chili e chili di messaggi telematici, e il Pof, e la Comunità del Libro, e l’innovazione tecnologica, e i weekend di fuga al nord, al sud e pure al centro. E riflette su ciò che ha visto, e non una, ma due, tre, quattro volte, la settimana scorsa, a chiamarsi “coincidenze”.
E se le “coincidenze sono inevitabili”, lo aveva detto l’Ozio, alcune volte il loro significato è strambo. Eppure, nel mondo dello sceneggiatore, tutto ha un senso. E quando non si trova, forse, si tratta solo di cambiare, come in un sillogismo, la premessa. E se la ‘povna si avventura, effettivamente, a ribaltarla, mille particolari tornano al loro posto, in un unico, chiaro, disegno. E lei – che è Marple per vocazione e natura, dalla nascita – ha ben presente quel familiare brivido, di quando sa che non si sbaglia.
Ma se tutto questo è vero (come non converrebbe, ancora, scriverlo) allora la confusione sotto il cielo, da tanta che è, si fa tantissima. E intanto la serenità marcia a puttane.


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