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Congo-Brazzaville / Pratiche di tortura negate

Creato il 04 novembre 2012 da Marianna06

 

 

Tortura

 

La violenza contro la “persona” anziché diminuire pare che, ultimamente, sia piuttosto divenuto un andazzo “in crescendo” e questo, indifferentemente, da più parti.

Lo stupore si attenua, però, se parliamo di Africa. E soprattutto di pratiche disumane nelle carceri africane.

Secondo l’Osservatorio congolese per i diritti umani nella Repubblica del Congo (Ocdh) ,paese il cui presidente, purtroppo, è  quell’inossidabile despota di Denis Sassou Nguesso, al potere dal 1979, la pratica della tortura è sistematicamente esercitata tanto nelle carceri, allo scopo di rendere la sopravvivenza dei detenuti impossibile, che nei commissariati di polizia.

E il fine è quello di estorcere con brutalità le confessioni di reali o presunti reati commessi alle persone fermate e/o incriminate.

Non appena la notizia è stata diffusa dai media  anche internazionali, quelli che non fanno del giornalismo imbavagliato, c’è stata subito la smentita ufficiale da parte del direttore generale del ministero per i Diritti umani e le libertà fondamentali, portavoce del governo e della stessa presidenza, che l’ha definita calunniosa.

Intanto l’assurdo plateale, ma non troppo, sta nel fatto che il Paese di Denis Sassou Nguesso ha firmato e ratificato  la Convenzione internazionale contro la tortura così come l’Osservatorio per i diritti umani è stato voluto in Congo dall’Unione Europea (UE), che la sostiene anche finanziariamente perché possa fare, appunto, bene il suo lavoro.

E il denaro dell’Unione Europea è denaro dei contribuenti europei.

Pertanto ,come minimo, è necessario approfondire la “cosa” con le modalità consentite.

Chi paga, oltretutto, ha dei diritti.

In questo caso,dando anche credito alle istituzioni politiche congolesi, il diritto di avere la certezza che una tali pratiche ignominiose non siano,o meglio, non siano più.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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