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"Congo-Une histoire" /Passato difficile e presente ancora nebuloso /Racconto di David Van Reybrouk

Creato il 12 dicembre 2012 da Marianna06

Congo-histoire

 

Un grosso successo editoriale, in questi giorni in libreria, in traduzione francese per “Actes Sud”, è  “Congo-Une histoire”, la storia di un Paese africano, territorialmente immenso e anche enormemente ricco.

Ma instabile purtroppo, ancora oggi, perché teatro di ripetute guerre civili al suo interno, a causa proprio delle sue ricchezze.

Il libro , che oscilla tra il saggio storico e il reportage giornalistico, è stato scritto da David Van Reybrouk, noto scrittore fiammingo che, con oltre 500 interviste e 6 anni di lavoro, è riuscito in 700 pagine a condensare abilmente l’odissea del Congo,a fine Ottocento noto come Congo-Belga.

Esso parte dal lontano 1885 ( data della tristemente famosa Conferenza di Berlino), quando il Congo diviene appunto colonia del Belgio, fino a giungere al 1960, data della raggiunta indipendenza.

L’attualità dei nostri giorni ci comunica, ad esempio, e sempre per restare in tema, della guerra nel Kivu, la regione congolese ai confini con il Rwanda, attualmente facente parte della Repubblica democratica del Congo e conosciamo anche , grazie all’informazione puntuale dei  “media” odierni,  le motivazioni vere ( i notevoli interessi economici delle multinazionali e dei loro supporter locali) di questa grossa conflittualità, non ancora del tutto cancellata.

Conflittualità che ha spinto poi gli uomini dell’M23 ad occupare la città di Goma, rimanendo in attesa delle decisioni di Kinshasa, nel rispetto disatteso degli accordi del 2009.

Ma la complessità del destino del Congo parte da molto lontano, secondo quanto scrive Van Reybrouk.

 Esattamente dall’avvio della colonizzazione belga,autentica calamità per i congolesi, che aveva fatto delle terre di quest’ultimi, in esclusiva, un feudo della monarchia europea, senza dare semmai  al Paese l’opportunità di crescere e di  svilupparsi come avrebbe dovuto e potuto.

Infatti l’emancipazione congolese è stata, proprio per questo, molto lenta così come ugualmente ritardataria è stata l’istruzione della sua gente.

 E, a conferma, di quest’ultimo aspetto, Van Reybrouk ci ricorda per esempio che, all’atto dell’avvenuta indipendenza, in tutto  il Congo i laureati nativi erano non più di 16.

 Non è difficile, allora, immaginare l’alfabetizzazione del resto della popolazione.

Non poteva, inoltre, esserci sviluppo socio-economico- sottolinea lo scrittore - in quanto, già all’epoca,le ricchezze del suolo (foreste) e del sottosuolo erano solo appannaggio  dell’Europa.

E la classe medio-borghese  belga, per altro, non era affatto interessata alle colonie.

Oggi gli uomini dell’M23 e non soltanto loro, sia pure con modalità molto poco ortodosse(saccheggi-taglieggiamenti- stupri -uccisioni), chiedono, a giusta ragione, che la ricchezza del Paese sia distribuita.

 E la ricchezza contestata a chi ne trae profitto, “pro domo sua”, si chiama oro,rame e coltan. Quest’ultimo un minerale prezioso quanto indispensabile all’industria mondiale di computer e cellulari.

L’interrogativo di fondo, che percorre tutto “Congo-Une histoire”, è  comunque quello  della sfida a ricercare le cause di un “ritardo” congolese in termini di sviluppo socio-economico. E, soprattutto, se e quanto, esse “cause”, sono da imputarsi di fatto alla colonizzazione belga.

Van Reybrouk tira in ballo anche il dominio portoghese del secolo XVI, quando la capitale Mbanza – egli precisa – aveva addirittura più abitanti della stessa Londra in Europa.

E valuta gli eventi di quel periodo storico decisamente uno sfortunato tentativo di mondializzazione.

Insomma egli paragona un po’ il Congo, per estensione e ricchezze, al Brasile. Con la differenza –chiarisce subito lo scrittore- che il Brasile oggi è proiettato nel futuro e il Congo ancora no.

Tuttavia, correggendo il tiro,aggiunge immediatamente che le giovani generazioni africane dei nostri tempi fanno ben sperare per cui, nonostante il notevolissimo ritardo,non bisogna smettere d’essere ottimisti e di  pensare in positivo.

Concludendo, un libro assolutamente da leggere, in quanto ci aiuterà, riflettendoci su, a comprendere parecchi degli aspetti intrigati e intriganti dell’odierna e passata storia del Congo, che una  frettolosa lettura dei “media” non potrebbe mai darci.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi ( Ukundimana)

 

Cuoreditenebra


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