Urge tassa di compensazione all' entrata. Grave silenzio UnaItalia e Assoavi
Allevatori italiani sotto assedio per via di importazioni strumentali tese a ricattarli, ad abbassare i prezzi sul mercato nazionale allineandoli al mercato di Milano e a fargli fare la fine dei polli.
Il doppio tonfo subito dalle quotazioni della Commissione unica nazionale - Cun conigli nella 16° e 17° settimana, con allineamenti sospetti alla borsa di Milano, che portano i valori per questa settimana ad euro 1,45/kg, pongono seri problemi al futuro del settore, per risolvere i quali si rende necessario invocare una tassa di compensazione verso i conigli importati dalla Francia. Lo dichiara Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.
Non si può continuare a lavorare - prosegue - con sessanta centesimi al chilo sotto il costo di produzione, senza adottare nessuna misura verso il paese da cui proviene il 71% delle nostre importazioni sottocosto.
Il comportamento della Francia di svendere il suo surplus di conigli macellati a metà prezzo in Italia non è corretto - sottolinea l' anlac - e rappresenta una pratica discriminante dei prezzi, vietata dal diritto europeo, perché altera il commercio tra Stati membri e favorisce pratiche monopolizzanti, contrarie al mercato comune, che nessuna associazione italiana ha sinora contrastato, nemmeno le grosse associazioni di macellatori UnaItalia e Assoavi, che ne hanno titolarità.
In Francia ormai - evidenzia il presidente - l' offerta del coniglio è disciplinata, di fatto, da una organizzazione nazionale del mercato che è pregiudizievole alla concorrenza della produzione similare italiana.
Secondo l' Anlac, è ora che lo Stato italiano, che non ha adottato nessuna misura prevista dal piano di settore per contrastare la crisi del settore, ad eccezione della Cun, metta in atto l' art 44 del TFUE: "Quando in uno Stato membro un prodotto è disciplinato da un'organizzazione nazionale del mercato...che sia pregiudizievole alla concorrenza di una produzione similare in un altro Stato membro, gli Stati membri applicano al prodotto in questione in provenienza dallo Stato membro ove sussista l'organizzazione...una tassa di compensazione all'entrata... La Commissione fissa l'ammontare di tali tasse nella misura necessaria a ristabilire l'equilibrio; essa può ugualmente autorizzare il ricorso ad altre misure di cui determina le condizioni e modalità."
Occorre agire - conclude - prima che sia troppo tardi e che il tessuto produttivo italiano che opera a libero mercato venga smantellato o passi nelle mani di tre gruppi integrati, in una deriva dannosa per i consumatori e per la libera concorrenza. Gli allevatori di conigli non vogliono fare la fine dei polli.