Ogni sfida che ci presenta la vita non è per attaccarci, ogni persona che apparentemente pensiamo che ci fa soffrire non ci sta attaccando. Semplicemente si presentano a noi, alla nostra vita, come esperienze, solo per aiutarci a scoprire quello che è nascosto in noi, per fare uscire alla luce tutte cumulo d'emozioni nascoste, per lasciare andare quello che non ci permette di vedere l'essere di luce che siamo.
Tante volte ci chiediamo: chi sono? Perché sono cosi? Perché mi comporto di questa maniera? Perché questa vita? Perché non posso essere felice ed avere una vita tranquilla? Perché io? Perché Perché? Piangiamo, ci arrabbiamo, ci sentiamo deboli e triste.
Non sappiamo cosa fare ne cosa dire, tutto quello che decidiamo non va bene e solo ci da, a volte un minimo di pace e allegria e dopo, torna di nuovo questa sensazione di dolore, essa sensazione di che non facciamo bene le cose, di non valere nulla, di voler scappare. Facciamo qualcosa per chiamare l'attenzione, perché ci capiscano, ma non serve a nulla. Quello che sentiamo non lo possiamo risolvere dall'esterno.
Aspettiamo troppo del mondo che vediamo fuori. Aspettiamo troppo delle persone, aspettiamo che qualcosa dallo esterno ci porta la gioia, la serenità, la felicità e l'abbondanza. E comunque anche cosi fosse, nessuno può compiacere a nessuno come l'altro vuole, nessuno che non sia tu , può darti la felicità. E' tutto torna ad essere freddo e difficile di vivere.
Tutto questo che ho scritto prima lo abbiamo vissuto tutti e ancora abbiamo dei giorni in cui ci lasciamo portare via dalla paura e lontano dal amore. Anche se il dolore e la sofferenza, è l'assenza dell'amore, e normale avere momenti di conflitti perché la nostra mente è distorta e correggere questo è un processo che dipende del grado d'accettazione e del coraggio per lasciare andare, può essere trasformato rapidamente o meno.
Lo stremamene difficile è sapere chi non siamo e questo non lo potremo scoprire in una sola seduta, è logico. Quello che non siamo ha coperto per completo tutta la bellezza che siamo ed è per questo che non possiamo vedere la realtà: la nostra perfezione. E qui sta la risposta a: Perché mi comporto cosi?
Sono queste strati di dolori, di maschere che dobbiamo scoprire, conoscere, affrontare nel giorno dopo giorno, accettando tutto ciò che esce alla luce anche sia doloroso. E' cosi che viene fuori tutto!! Solo cosi conosceremo la verità di tutto! Avremo tutte le risposte a tutte le domande che sempre ci abbiamo fatto e la risposta come dice il testo di oggi è la certezza. Perché già ci conosciamo!
Dobbiamo anche riconoscere che tutti siamo uno. Conoscere te è conoscere me e conoscere tutti, è conoscere Dio. Questo è tanto difficile di capire ma è una realtà. Prima lo capiamo più facile sara la nostra unione. Senza di te non potrò mai liberarmi, questa è una realtà. Più conosco me, più conosco te, perché siamo creati dello stesso, della stessa essenza. Ti amo!! Hari Shabab Kaur.
Capitolo 3. Corso di miracoli. Libro di testo.
Percezione e conoscenzaAbbiamo fatto enfasi nella percezione e abbiamo appena parlato della conoscenza. Questo è così perché la percezione deve essere corretta prima che tu possa ad arrivare a sapere nulla. Conoscere è avere la certezza. Incertezza significa che non sai nulla. La conoscenza è potere perché gode di certezza e la certezza è la forza. La percezione è temporanea.
All'essere un attributo di fede nello spazio e nel tempo è suscettibile di produrre paura o amore. Le percezioni false producono paura e le vere, amore. Ma nessuna di loro forniscono certezza, perché ogni percezione è soggetta alle modifiche. Ecco perché abbiamo detto che la percezione non è la conoscenza. La vera percezione è la base della conoscenza, ma godersi la conoscenza, è l'affermazione della verità, e questo è al di là d'ogni percezione.
Tutte le tue difficoltà derivano dal fatto che non ti riconosci te stesso e non riconosci a tuo fratello, ne riconosci Dio. Riconoscere significa "conoscere di nuovo", il che implica che precedentemente godevi delle conoscenze. Puoi vedere in molti modi perché la percezione coinvolge l'interpretazione, e questo significa che non è completa e coerente.
Il miracolo, essendo un modo di percepire, non è la conoscenza. È la risposta corretta a una domanda, ma quando già si sa la risposta non non si chiede. Il primo passo nel processo per disfare ciò che è illusorio è questionandolo. Il miracolo, la risposta corretta, lo corregge.
Dal momento che le percezioni cambiano, la loro dipendenza dal tempo è evidente. Il modo in cui si percepisce in un dato momento, determina il tuo comportamento e le azioni solo possono avvenire con il tempo. La conoscenza è senza tempo, perché la certezza è indiscutibile. Quando smetti di fare domande è che hai raggiunto la conoscenza.
Che si traduce in uno stato d'apparente stabilità è di solito un tentativo di contrastare la paura di fondo che il futuro sarà peggiore del presente. Questa paura ostacola la tendenza alla domanda del tutto.
La vera visione è la percezione naturale della visione spirituale, ma è ancora una correzione piuttosto che un fatto. la visione spirituale è simbolica, quindi, non è uno strumento di conoscenza . È, tuttavia un mezzo della percezione corretta che si colloca nel campo dei miracolo.
Una "visione di Dio" sarebbe un miracolo più che una rivelazione. Il fatto stesso che la percezione è coinvolta, dimostra che l'esperienza non appartiene alla sfera della conoscenza. Quindi le visioni tuttavia, per santa possano essere, sono effimere.
La Bibbia ti spinge, conosci te stesso, ciò che è lo stesso che avere la certezza. La certezza è sempre qualcosa di proprio di Dio. Quando si ama qualcuno lo percepii come è, e questo ti consente di conoscerlo. Fino a quando non lo percepisce come è non sarai in grado di conoscerlo.
Finché continui a questionare quello che lui è, starai chiaramente implicando che non conosci Dio. La certezza non richiede azione. Quando dici che stai agendo in base alla conoscenza stai confondendo la conoscenza con la percezione. La conoscenza fornisce la potenza per il pensiero creativo, non per l'azione giusta. La percezione, i miracoli e l'azioni sono strettamente collegati.
La conoscenza è il risultato della rivelazione e genera solo pensiero. La percezione anche nella sua maniera più spiritualizzata, comprende il corpo. La conoscenza viene dall'altare interiore ed è senza tempo perché ha la certezza. Non è lo stesso percepire la verità che saperla.
Una percezione corretta è necessaria, prima che Dio possa comunicare direttamente con i suoi altari che ha stabilito nei suoi figli. In questi altari è dove Egli può comunicare la sua certezza ed la sua conoscenza, ed questo inevitabilmente ti darà la pace. Dio non è un estraneo per i Suoi figli ne i suoi figli sono estranei tra di loro. La conoscenza ha preceduto sia alla percezione che al tempo e finalmente li rimpiazzerà.
Se attacchi l'errore che vedi in un'altro, ti farai male a te stesso. Non potrai conoscere tuo fratello se lo attacchi. Gli attacchi sempre si lanciato contro gli stranieri.
Se percepii il tuo fratello falsamente lo fai diventare un estraneo, e pertanto, non puoi conoscerlo. Hai paura perché lo hai fatto diventare uno estraneo. Percepiscilo correttamente in modo che lo possa conoscere.
Nella creazione di Dio non ci sono estranei. Per poter creare come Egli ha creato solo è possibile creare ciò che conosciamo, Quando lo conosci lo accetti come tuo. Dio conosce i Suoi figli con assoluta certezza. Li ha creato conoscendoli. Egli li riconosce perfettamente. Quando loro non si riconoscono tra di loro, non stanno riconoscendo Dio. Un corso di miracoli.
Grazie fratelli dell'anima! Tanti benedizioni e una giornata bellissima piena di coscienza nel qui e nel ora. Vi amo! Namastè! Hari Shabab Kaur. MI DISPIACE PERDONAMI GRAZIE TI AMO