Forse sarebbe meglio non conoscersi così bene, avrei voluto risponderle. Perché si finisce immancabilmente per scoprire nell'altro aspetti controversi, talora avversi. Uno scarto brusco tra riferimenti che parevano acquisiti o - peggio - dati per scontati e la manifestazione di una realtà emergente diversa, in qualche caso disarmante. Si scontano piccole ma scoraggianti delusioni che lavorano come tarli invisibili, roditori di pensieri che, a poco a poco, dissotterrano sentimenti di indefinita estraneità. Non sarebbe allora opportuno mantenere la conoscenza a un livello più superficiale, fondarla su elementari assonanze emotive e intellettuali? Non converrebbe abbandonare ogni altro genere di approfondimento - di coinvolgimento - se esso risulta alla lunga dannoso per la salute della coppia? Cosi pensai quella volta, ma poi preferii tacere e lasciar sopire nel petto un dubbio molesto che, non senza qualche ragione, stavo incubando.
(Fotografia scattata al Cnao di Pavia, marzo 2009)