Caduto di cavallo il Cavaliere, tuttavia, l’armadio del Pd non riesce ancora a liberarsi dei propri polverosi scheletri mediatici e punta oggi su un altro tema scottante: dopo l’immagine del femminile è la volta, manco a dirlo, della famiglia.
«Conosci i miei?» è il patetico titolo della nuova iniziativa del maggior partito del centrosinistra nostrano: una serie di monocromi cartelloni pubblicitari volutamente oscuri, recanti la scritta «conosci Eva?» «conosci Faruk?» «conosci Tal dei Tali?» e via elencando, hanno nei giorni scorsi tappezzato la capitale, alimentando peraltro una polemica sull’eventuale abusivismo di molti dei manifesti in questione che invitano i malcapitati lettori a recarsi su Facebook, il social network più alla moda, e unirsi al gruppo omonimo per scoprire che cosa Luciano, Eva, Serena, Faruk e compagnia avrebbero in comune.
L’insuccesso di queste campagne pubblicitarie della sinistra made in Italy, evidente già per la minigonna, è sfacciatamente palese nel caso del gruppo di Facebook, dove canta la carta e i numeri striminziti non si possono gonfiare come i palloncini rossi alle antiche feste dell’Unità.
Altrettanto chiare sono le motivazioni: appropriarsi di un lessico nonché, quel che è più importante, di un modus cogitandi che sono tipici del pensiero della destra reazionaria e retriva non può procacciare a Bersani e ai suoi un vivo consenso. Il coinvolgimento buonista dell’elettore, o del tesserato, nella grande famiglia del Pd basandosi sui valori della peggiore tradizione italiota dei vari «gnocca per tutti» oppure «di mamma ce n’è una sola» o ancora il classico corollario all’anello di fidanzamento del «ti presento i miei», è una operazione che fa letteralmente cadere le braccia. Gran problema: circostanza che impedisce, fra l’altro, di poter stringere appropriatamente la mano ai membri della rispettabile famiglia di Bersani.