@ GIADA DA EMPOLI @
Il periodo della dittatura tecnocratica con i governi di servizio finanziario e del Capo eletto dalle Primarie è stato superato. Il cittadino, -semplificato a consumatore pagatore-, dalla scelta di intelligenti letture e dal moto del pensiero complesso, acquisì la consapevolezza di vivere e si liberò dai gruppi di potere delle opposte tendenze complementari. L’istruzione gratuita e obbligatoria per tutti i cittadini ebbe inizio dall’età di tre anni. Alla scuola dell’infanzia si insegnava il linguaggio universale dell’arte creativa. Era una commovente sensazione quella suscitata dalle traballanti piccole creature innocenti che cantavano con il solfeggio, soffiavano nei pifferi e nei flauti, picchiavano sui tamburi e tamburelli, scorrevano le agili dita sulle tastiere; venivano le lacrime agli occhi stupiti davanti ai quadri dipinti con i colori. Era facile e divertente imparare a leggere e a scrivere correttamente l’italiano con le filastrocche di Gianni Rodari; alle elementari fondamentale era la lettura del libro “L’albero del riccio” di Antonio Gramsci con l’approfondimento, nello studio della storia, della storia della Sua vita. Per le grandi risate che udivi, sapevi di essere davanti ad una scuola pubblica. Tutto il mondo fraterno e sereno gioiva, con consapevolezza viveva. (Ricordo da un racconto di Vasco).
L A T E S T A D E L C H I O D O
La palma della mano
i datteri non fa,
sulla pianta del piede
chi si arrampicherà?
Non porta scarpe il tavolo,
su quattro piedi sta:
il treno non scodinzola
ma la coda ce l’ha.
Anche il chiodo ha una testa,
però non ci ragiona:
la stessa cosa càpita
a più d’una persona.
-Gianni Rodari-
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