Premesso quanto scritto su Alcune considerazioni sul “Consenso Informato”, confermando la convinzione che sia un diritto esigere di poter revocare tale consenso, credo che, prima di firmare qualsiasi consenso, potremmo ESIGERE una clausola che consenta a) la revoca del medesimo da parte del paziente o di persona/e di propria fiducia, b) che in tal caso il centro sanitario provveda alle cure idonee a condurre ad una fine dignitosa e, per quanto possibile, indolore.
Ad es. se Welby (o chi per lui) avesse potuto esigere che il documento del consenso informato per l’uso della macchina che lo teneva in vita contenesse anche una clausola per la sospensione di tale supporto vitale, avrebbe potuto esigere il rispetto dell’accordo ed evitato tanti grossi problemi e difficoltà per porre termine alle sue sofferenze.
Ritengo in particolare che
1) se il paziente (o chi per lui) puntasse i piedi e non firmasse il modulo di consenso senza l’aggiunta della suddetta clausola, i medici si troverebbero costretti a farlo in quanto non potrebbero a) lasciare il paziente senza cure o b) procedere senza il suo consenso;
2) la clausola per la revoca stabilirebbe già l’”obbligo” dei medici, escludendo complicazioni, interpretazioni o decisioni di terzi…;
3) sarebbe un modo facile e sicuro per ottenere il rispetto delle proprie disposizioni di fine vita rendendo superflue procedure lunghe, costose, di esito incerto (in quanto le leggi, “ispirate” dal clero, potrebbero prevedere cavilli a non finire per aggirare eventuali disposizioni), e complicate per ottenere il riconoscimento del cosiddetto Testamento Biologico.