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Conservazione del cordone ombelicale: esiste libertà di scelta in Italia?

Creato il 19 dicembre 2011 da Unamelalgiorno

Ricevo un articolo di precisazione, in riferimento all’articolo che avevo pubblicato in passato, riguardo alla  conservazione del cordone ombelicale (a cura di: ufficio stampa Sorgente).

La conservazione del cordone ombelicale, o meglio del sangue cordonale, è una scelta di cruciale importanza per una famiglia in attesa di un bimbo, un argomento di estrema attualità ma spesso vessato da informazioni del tutto errate e fuorvianti.

Conservazione del cordone ombelicale: esiste libertà di scelta in Italia?

cordone ombelicale

E’ oramai più che accertato che il sangue del cordone ombelicale è un patrimonio biologico del neonato. Ogni goccia di sangue contenuta nel cordone ombelicale è ricca di cellule staminali (emopoietiche, mesenchimali, vascolari e simil-embrionali), in grado rigenerare cellule del sangue ma anche molti tessuti. A tanta importanza che si dovrebbe accompagnare a una informazione corretta ed esaustiva, si contrappone nel nostro Paese una sistematica campagna di disinformazione, che rende la scelta delle famiglie molto difficile. In questo articolo facciamo chiarezza su alcune delle false leggende diffuse ingiustamente contro la conservazione privata del cordone ombelicale. Innanzitutto, in merito alle banche private, si sostiene che esse offrano la cosiddetta “conservazione autologa”. Ebbene, questa modalità di conservazione non esiste. La conservazione del sangue cordonale può essere pubblica o privata mentre è l’impiego terapeutico delle cellule staminali del cordone che può essere autologo o eterologo. I campioni conservati in una biobanca privata sono a disposizione per un trapianto non soltanto sul donatore che le ha generate (trapianto autologo), bensì anche su un famigliare, generalmente un fratello o una sorella (trapianto allogenico famigliare), che anzi costituisce la maggio parte degli impieghi di chi conserva privatamente1. In secondo luogo, si sostiene la non utilità del trapianto autologo. Questa affermazione è palesemente smentita dal ministero della salute nel decreto ministeriale “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale per uso autologo-dedicato” che, prevedendo e favorendo la conservazione ad uso autologo delle cellule staminali cordonali per quelle famiglie a rischio di avere figli affetti da malattie genetiche, ammette, in maniera incontrovertibile, l’utilità dell’uso autologo delle staminali cordonali2. Inoltre il trapianto autologo è l’unico trapianto possibile in medicina rigenerativa dato che l’impiego di staminali eterologhe richiederebbe azioni immunosoppressive a vita3. E’ anche per questo che, ad oggi, su oltre 300 sperimentazioni cliniche attive basate sull’uso di staminali cordonali, una parte importante prevede l’impiego di staminali autologhe (www.clinicaltrials.gov). In aggiunta, se da un lato si spara a zero contro le banche private anche a costo di dire delle falsità, dall’altro poco spazio viene dato nel ricordare i limiti del sistema delle donazioni. Al contrario delle strutture private, che a meno di complicanze gravi durante il parto, garantiscono la raccolta del sangue del cordone ombelicale, il sistema di donazioni pubbliche Italiano infatti NON garantisce il buon esito della domanda di donazione da parte della famiglia, anzi, in oltre il 90% dei casi il cordone finisce nel bidone dei rifiuti. Ciò accade per svariati motivi, struttura non servita da una biobanca pubblica, biobanca non operativa24/24h 365 giorni l’anno, limiti di qualità molto stringenti per questioni di budget essendo che l’impiego eterologo necessità di un volume molto più consistente di staminali rispetto all’impiego autologo ecc4. Infine, anche se il campione destinato alla donazione fosse raccolto e bancato dalla banca pubblica, va detto che la quasi totalità delle biobanche pubbliche Italiane non è certificata GMP (Good Manufacturing Practices) ossia la più importante certificazione internazionale che garantisce la massima qualità dei prodotti destinati a terapie cellulari. Nonostante questo, alcuni giornalisti faziosi e poco informati si permettono di fare di tutta l’erba un fascio e gettare indiscriminatamente dubbi sulla serietà di strutture private che invece in alcuni casi operano secondo standard di qualità nettamente superiori a quelli del sistema pubblico. In conclusione è necessario prendere atto che il vero nemico da combattere per il sistema pubblico non è di certo la conservazione del cordone ombelicale bensì lo spreco, dal momento che ancora oggi il 95% dei cordoni ombelicali raccolti sono gettati tra i rifiuti (fonte: Aduc salute). La scelta se donare o affidarsi alla conservazione privata del cordone dovrebbe essere lasciata all’intimità della famiglia e non condizionata da informazioni errate che possono indurre i futuri genitori, che si trovano di fronte a tante informazioni discordanti, a una scelta sbagliata o alla non scelta.

Per ulteriori approfondimenti: www.sorgente.com

Nota 1. Si invita a visionare il grafico di riferimento cliccando qui.
Nota 2. Si invita a scaricare l’elenco delle 80 malattie per cui le staminali sono in uso corrente cliccando qui.
Nota 3. Francese R, Fiorina P. Immunological and regenerative properties of cord blood stem cells. Clin Immunol 136:309–322, (2010).
Nota 3. Come riportato dalla Società Italiana Di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) circa il 70% dei campioni raccolti da strutture pubbliche e destinati alla donazione, addirittura il 79% nel 2010, vengono gettati principalmente a causa degli elevati requisiti necessari per l’ammissibilità del campione alla donazione (fonte ADOCES).


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