Sono passati sette anni e quattro mesi da quando ho iniziato a studiare e cercare di applicare e diffondere un nuovo metodo per il controllo sanitario.
Ricordo le pubblicazioni su Viscochirurgia; il mio libro “Ci sarà un futuro? Una sanità migliore in un mondo migliore”; l’articolo sul Giornale di Tony Damascelli; le interviste a Canale Italia, a Telereporter, a Rai 3 per Report, a Current TV. Ho mandato mail, sms, post su questo blog che ho fatto nascere appositamente nel luglio 2009. Ho diffuso un concetto nuovo di sanità sana tramite Facebook, Twitter. Ho riassunto tutto quello che ho fatto negli ultimi due anni su un nuovo libro che uscirà a breve e che, in onore della trasmissione più importante che mi ha capito ed ospitato, si chiamerà “Com’è andata a finire?”.
Cosa ho avuto in risposta concreta?
Dalle Istituzioni da me contattate, tra le quali Regione Lombardia, Ordine dei medici, Società Oftalmologica Italiana e molte altre, poco o assolutamente niente.
Dai politici, tra i quali Guido Podestà, Matteo Salvini, Davide Boni, Laura Molteni, Ivan Rota e molti altri di qualunque colore politico, poco o assolutamente niente.
Dal mondo della cultura (?!), tra i quali giornalisti, magistrati, gente dello spettacolo e molti altri, poco o assolutamente niente.
Dai colleghi e dagli amici, poco o assolutamente niente.
Ecco ora, a fine di questo nuovo anno, mi domando in fondo cosa posso chiedere dagli altri se, anche dalla mia famiglia, a cominciare da mia moglie (anche se separata) e da mia figlia, non ho mai ricevuto in questi lunghi anni nemmeno una parola di incitamento, di appoggio e, forse, di gratitudine, per quello che cercavo di imporre per il bene di tutti. Per lottare bisogna essere in tanti, ed io mi sento profondamente solo. Mi pare che gli altri mi considerino un pazzo che voglia scardinare un sistema ormai che viaggia “senza controllo”. Ecco, in questi sette anni, non ho mai incontrato nessuno che mi abbia detto che lottava con me e mi dava aiuto serio per la diffusione. Paura? Disinteresse? Egoismo? Ma la sanità non dovrebbe essere un bene comune?
Un nuovo anno è alle porte ed io, ormai da qualche mese, penso con decisione di fermare tutto. Non ho più stimoli. Mi sembra di parlare solo. Vorrei chiudere i miei blog, il mondo di internet. Mi sembra, in fondo, che non interessi nessuno se non a poche persone che, forse, mi vogliono bene.
Ecco il mondo di Internet. Pensate a come, questo mondo, abbia reso importante ad esempio Beppe Grillo, anche a lui ho fatto avere tutto, tramite il suo agente che ho conosciuto personalmente, e non mi ha nemmeno risposto. Ma siamo sicuri che a lui interessi veramente il mondo e le persone o solo il suo conto in banca e quindi non rischia a parlare di un sistema difficile come quello sanitario?
Ecco che ora, nel farvi gli auguri per il prossimo anno e decennio, vi chiedo seriamente e con coraggio di diffondere, da oggi, il mio concetto di sanitasana. Voi e solo voi potete diffondere ad altri, la catena si allungherà e, prima o poi toccherà qualcuno veramente interessato al bene comune. La trasmissione di Report, a cui ho partecipato, è stata vista da più di 11.000.000 di persone, ma questo mondo è più vasto. Basta volere. Non ho bisogno di manifestazioni di solidarietà, ma di diffusione delle mie idee. La sanità ne ha bisogno.
Basta che ognuno di voi scriva e dica a tutti quelli che conosce che nessuno mi fermerà.
Al contrario, se non avrò appoggio concreto e serio nemmeno qui, comincerò a pensare di essere veramente pazzo ed il Sistema vincerà.
“Se sei affamato di vita devi creare qualcosa che resti”