Considerazioni libere (148): a proposito di cognati...

Creato il 19 agosto 2010 da Lucabilli
Se la memoria non mi inganna - e d'altra parte, non avendo la possibilità di collegarmi alla rete, non posso consultare Wikipedia e quindi posso solo affidarmi ai ricordi di qualche lontana lettura - in Spagna, durante la dittatura del generalissimo Francisco Franco, ebbe una posizione di rilievo il fratello della moglie del Caudillo, che la voce popolare cominciò a chiamare il "cognatissimo".
Le cronache di questa estate italiana ci riportano le gesta di un più modesto cognato, il fratello dell'attuale compagna del Presidente della Camera. Questo personaggio pare non sia nuovo ad approfittare del proprio ruolo di cognato; grazie ai buoni uffici dell'allora fidanzato della sorella, il ruspante e delinquente Gaucci, riuscì addirittura a diventare vicepresidente della Ternana, ruolo certo di prestigio, ma forse insufficiente per l'ambizione del giovane. Figurarsi cosa avrà pensato quando la sorella è diventata la compagna di un personaggio ben più presentabile e potente. Pare che il nostro abbia frequentato i corridoi della Rai, vantando appunto il proprio ruolo di cognato illustre. Non è difficile immaginare che il cognato abbia trovato attenzione e credito in diversi ambienti, anche da parte di quelli che ora si sono affrettati a sbattergli la porta in faccia, visto il cattivo momento di cui gode Fini.
C'è una bella commedia di Gogol', intitolata L'ispettore generale, che, pur ambientata nella Russia dell'Ottocento, sembra descrivere tanti vizi del nostro paese. In una remota città dell'impero arriva la notizia che da San Pietroburgo è in arrivo un ispettore generale per indagare sui funzionari pubblici della regione; questo annuncio getta nel panico i notabili della città, tanto corrotti quanto incapaci. Poco dopo arriva un giovane spiantato, accompagnato da un servo perennemente affamato, partito per la Russia profonda in cerca di fortuna. Naturalmente i notabili credono si tratti del misterioso ispettore e fanno a gara per invitarlo a pranzo e a cena; tutti lo blandiscono, le donne tentano di sedurlo e gli si offrono più o meno scopertamente, gli uomini ne lodano l'intelligenza e l'arguzia, gli fanno regali, gli prestano soldi, fin quando il servo, intuita la verità, convince il padrone a scappare, poco prima dell'arrivo del vero ispettore. In Italia avviene lo stesso: è sufficiente essere un potente o un supposto potente o un parente - perché in Italia, si sa, tutti tengono famiglia - perché tante porte si schiudano. Non è necessario chiedere, c'è sempre qualcuno pronto a offrire.
Immagino che il povero cognato avrebbe preferito che l'illustre parente fosse rimasto tranquillo nel suo ruolo istituzionale, senza l'alzata di testa di sfidare Berlusconi. Ora si godrebbe il suo appartamento a Montecarlo e soprattutto avrebbe potuto continuare a sfruttare il suo ruolo, senza troppa fatica. Magari ora gli tocca cercare un lavoro, ma c'è sempre la possibilità di approdare all'Isola dei famosi.
Considerazione scritta lunedì 9 agosto

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