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Considerazioni libere (296): a proposito del 2 agosto...

Creato il 31 luglio 2012 da Lucabilli
E anche quest'anno sta per arrivare il 2 agosto. Arriva ogni anno, regolarmente come ogni altro giorno; per molti questa data segna l'inizio delle vacanze, per me e per Zaira il ricordo del gioioso - e faticoso - trasloco fatto lo scorso anno per venire qui a Salsomaggiore. Per alcune persone il 2 agosto è un giorno che ha segnato per sempre le loro vite, e a queste famiglie dobbiamo portare rispetto e solidarietà; sempre e non solo in occasione di un anniversario. Per molti di noi, che non abbiamo subito quell'attentato, il 2 agosto arriva così, all'improvviso, ce lo ritroviamo davanti, come un brigante di strada. Allo stesso modo ci ritroviamo davanti all'improvviso le troppe date, gli anniversari funesti di questo sfortunato paese, dal 12 dicembre al 9 maggio, dal 28 maggio al 27 giugno, in questo interminabile rosario laico.
A me il 2 agosto fa particolarmente male, perché a Bologna ci sono nato, anche se da due "2 agosto" sono fisicamente lontano dalla città e da qualche anno di più sono lontano con la testa da una città, che ho smesso - per ragioni tutte mie - di amare e non sento più come la mia città. Soprattutto il 2 agosto mi fa male, perché non riesco a capirlo, non riesco a inserirlo in nessuna delle "categorie politiche" che conosco e che ho studiato. La strage di piazza Fontana io la "capisco" - naturalmente capire non è sinonimo di giustificare - mi rendo conto dei motivi che hanno spinto una parte del "potere" di questo paese - politici, militari, industriali, mafiosi (perché allora la "trattativa" funzionava a pieno regime e gli interessi della mafia e dello stato coincidevano) - ad armare dei gruppi fascisti affinché in Italia ci fosse un clima tale da auspicare una svolta autoritaria o almeno da fermare la crescita di una cultura riformatrice. Ma il 2 agosto no, non lo capisco. Il 1980 era già profondamente diverso dal 1969. Gli Stati Uniti temevano che l'Italia potesse diventare troppo di sinistra? Era un timore infondato; poche settimane prima della strage avevamo già dato prova della nostra fedeltà all'alleanza atlantica, coprendo tutte le nefandezze che americani e francesi avevano commesso sui cieli di Ustica e gli euromissili a Comiso li avremmo messi comunque, nonostante le proteste del Pci di Enrico Berlinguer e di Pio La Torre. Volevano dare un segnale ai notabili democristiani? Sarebbe stato sufficiente ucciderne uno, come fece la mafia nel '92 con Salvo Lima; e poi Aldo Moro era già morto, ucciso da altri, ma con la benevola complicità di quei pezzi oscuri dello stato. Per fermare, per impaurire Nenni e quelli come lui, quelli che da giovani avevano combattuto in Spagna e avevano fatto la Resistenza, era servito il "tintinnar di sciabole", ma per fermare quelli venuti dopo bastavano un po' di soldi; e come abbiamo scoperto qualche decennio dopo ne sarebbero serviti pochi, perché quelli venivano via per poco.
Appunto nel 1980 il mondo era ormai cambiato: Margaret Thatcher era già primo ministro in Gran Bretagna e Ronald Reagan stava per diventare presidente degli Stati Uniti, dando inizio a uno dei più lunghi periodi di predominio culturale - prima ancora che politico - della destra, che peraltro non è ancora finito, dopo più di trent'anni. E la società italiana stava cambiando, non serviva una strage a spingere indietro la società, bastava la televisione; non lo sapevo, ma la concessionaria di pubblicità di Berlusconi non si chiama soltanto Publitalia, ma proprio Publitalia '80. Nasceva allora un disegno di controllo della società attraverso i consumi e attraverso la pubblicità per far crescere i consumi, che Pasolini aveva intuito con una precisione che spaventa.
Il regime è un regime democratico, però quella acculturazione, quella omologazione che il fascismo non è riuscito assolutamente a ottenere, il potere di oggi – cioè il potere della realtà dei consumi – invece, riesce a ottenere perfettamente, togliendo realtà ai vari modi di essere uomini che l'Italia ha prodotto in modo storicamente molto differenziato. E allora questa acculturazione sta distruggendo, in realtà, l'Italia. E allora io posso dire senz'altro che il vero fascismo è proprio questo potere della civiltà dei consumi che sta distruggendo l'Italia. Questa cosa è avvenuta talmente rapidamente che, in fondo, non ce ne siamo resi conto; è avvenuto tutto negli ultimi cinque, sei, sette, dieci anni; è stato una specie di incubo in cui abbiamo visto l'Italia intorno a noi distruggersi e sparire e adesso, risvegliandoci – forse – da quest'incubo, e guardandoci intorno ci accorgiamo che non c'è più niente da fare.
E proprio perché Pasolini aveva capito, lo avevano già ucciso, sempre loro, sempre gli stessi, quelli che avevano fatto mettere le bombe a Milano e a Brescia e che l'averebbero poi fatta mettere alla stazione di Bologna. Se bastava - come è bastato - Drive in, perché hanno fatto la strage, perché hanno fatto ammazzare 85 persone? A Bologna si è scatenato un odio contro questo paese, non so se per opera dei mandanti o degli esecutori di quella strage, o di entrambi. Per questo trovo insopportabili - fisicamente insopportabili - le parole di Fioravanti e di Mambro, che regolarmente, quando ci avviciniamo al 2 agosto, vogliono dire la loro, proclamare la loro innocenza. Odio Gelli, che non marcisce in galera come dovrebbe, ma parla anche lui, lancia segnali, come fosse ancora ai bei tempi della P2, mentre ormai altri hanno preso il suo posto. Non sono innocenti, nessuno di loro lo è; e non hanno il diritto di aprire bocca, proprio perché sono stati così inutilmente crudeli contro di noi, non meritano nulla. E non meritano nulla quei pennivendoli, quei gazzettieri fascisti - dal Giornale a Libero - che, rilanciando le parole di questi bastardi, sostengono che la bomba non fu fascista, immaginando trame fantasiose, fino all'errore, allo scoppio accidentale. Avete già vinto, perché ci volete anche prendere in giro? E non meritano nulla gli impuniti, quelli che magari si atteggiano a "padri della patria" e che sono stati complici - attivi e passivi - di quella strage così politicamente inutile.
Questo paese non ha futuro, perché non riesce a fare i conti con il suo passato. La pacificazione non ci sarà mai e io personalmente non la auspico: io "quelli" voglio continuare a detestarli, a odiarli; ma almeno dateci delle spiegazioni. Io credo che qualcuno ce le debba, per questi quarant'anni di menzogne. Forse il ricordo sarebbe meno doloroso. Ma, visto come vanno le cose, il 2 agosto ci farà male per molti anni ancora.
p.s. è difficile raccontare quella strage, io immodestamente - come tanti - ci ho provato; oggi Angela Fresu, avrebbe 35 anni...

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