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Considerazioni libere (340): a prosposito del voto (ancora con troppo scoramento)...
Creato il 26 febbraio 2013 da LucabilliNon mi pare comunque che questo sia il tratto più interessante di questo inedito bipolarismo italiano. Il nuovo discrimine è tra chi sostiene la politica di rigore e chi questa politica la contrasta: da un lato c'è il Pd e dall'altro il Pdl e Grillo. Al di là delle differenze innegabili tra questi due partiti, c'è tra di loro, soprattutto tra una parte rilevante dei loro elettori, un tratto comune. La critica alla politica del rigore ha utilizzato gli argomenti più semplici, ha parlato alle pance - o meglio alle tasche - degli italiani. E' piuttosto facile sentir dire in un bar o al mercato che le cose costavano meno quando c'era la lira e per molte cose questo è anche vero: da qui a fare dell'uscita dall'euro una ipotesi di politica economica ce ne passa; è la scorciatoia dei populisti di ogni risma e di ogni paese. Allo stesso modo è facile unire a questa critica il lamento per le tasse troppe alte e - anche qui con una scorciatoia - alle tasse complessivamente intese, anche quando sono legittime ed eque. E allo stesso modo è altrettanto facile dare la colpa per la crisi a qualcun altro: agli stranieri che ci rubano il lavoro, ma che noi bravi italiani assumiamo rigorosamente in nero, o a quelli che ricevono un aiuto sempre più misero dal nostro malmesso sistema di welfare, un aiuto che noi naturalmente riteniamo ingiustificato e troppo costoso - e questo è stato un alibi per rendere queste protezioni sociali sempre meno universali. Negli stessi bar, negli stessi mercati in cui ci si lamenta dell'euro, critichiamo i furbi, che sotto sotto invidiamo, perché noi non lo siamo altrettanto; perché è ormai invalsa la consuetudine di criticare le protezioni sociali, salvo quando ad avvalenersene sono proprio i furbi italiani che usano qualunque escamotage possibile per ottenerli e per difenderli. I penultimi in genere se la prendono con gli ultimi, prima ancora che con quelli che sono i veri responsabili della loro situazione. E altrettanto naturalmente sono più facilmente influenzabili da chi urla, da chi promette che la situazione si può risolvere facilmente, senza troppi sforzi. Ieri sera Grillo, in un comprensibilmente euforico e preoccupantemente confuso messaggio della vittoria, ha detto che in fondo ci sono italiani a cui questa situazione va bene; certamente è vero, forse qualcuno ha votato anche per lui, perché comunque a una parte di questi l'ingovernabilità o la scarsa governabilità fa gioco.
I populisti poi hanno bisogno di un nemico e quale minor nemico dell'Europa "tedesca" della signora Merkel? In fondo Italia-Germania è la partita della leggenda. Che il candidato preferito della Merkel avrebbe perso era facilmente prevedibile e probabilmente non è stato un capolavoro tattico da parte del Pd adombrarsi quando Monti se è uscito con la frase che il governo tedesco non avrebbe voluto Bersani primo ministro. Il Pd ha perso sostanzialmente perché è stato troppo montiano - o troppo "tedesco", ditela come volete - e qui si ribadisce la tesi di prima: siete proprio convinti che un Pd renziano, con il programma scritto da Ichino e da altre "intelligenze" montiane, avrebbe fatto meglio?
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