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Considerazioni libere (382): a proposito di "tortafrittari"...

Creato il 29 novembre 2013 da Lucabilli
Una necessaria premessa, a uso dei miei lettori non emiliani. La torta fritta è un quadrato di pasta lievitata, praticamente pasta di pane, ovviamente fritta (da tradizione nello strutto, anche se ormai si preferisce usare l'olio). La torta fritta è ideale per accompagnare salumi e formaggi; si tratta di uno dei piatti più tradizionali della nostra cucina, un piatto povero, che adesso è diventato di moda chiamare street food. Noi a Parma la chiamiamo così, mentre a Bologna la chiamano crescentina, a Modena e Reggio gnocco fritto. La tort fritta - in tutte le sue declinazioni lessicali - è una delle offerte classiche di tutte le feste campestri e le sagre della nostra regione, e ovviamente anche delle Feste dell'Unità.
Ho fatto questa disquisizione gastronomica perché nella città in cui Zaira e io siamo venuti a vivere dal 2011 è entrato nel linguaggio politico il neologismo "tortafrittari". In sostanza vengono definiti così - in maniera spregiativa e sbrigativa - quelli che un tempo sono stati iscritti al Pci e quindi si sono impegnati nelle cucine delle Feste. Tortafrittari quindi è diventato sinonimo di comunisti, in particolare di quelli che si oppongono - o si opporrebbero - al nuovo corso renziano del Pd, alle "magnifiche sorti e progressive" del centrosinistra primarista.
Per chi non vive a Salsomaggiore giova ricordare che qui i renziani sono già maggioranza da qualche tempo, esprimono il nostro giovane Sindaco e il gruppo dirigente del partito.
Rivendica la paternità di questo neologismo l'autore di un blog cittadino molto seguito, che non ha mai amato la sinistra e che si è recentemente convertito al renzismo; peraltro questo è un fenomeno molto diffuso nella destra italiana, non solo a Salsomaggiore.
Non mi sorprende che usino questo termine non proprio lusinghiero quelli che un tempo ci definivano trinariciuti - ricordo che questa è anche la patria di Guareschi, inventore di questo termine. E' più strano che lo usino di frequente, brandendolo come un insulto, alcuni esponenti del Pd, nella polemica interna al partito: per questi in sostanza da una parte ci sarebbero i renziani, i giovani, i buoni, e dall'altra i vecchi, i cattivi, i comunisti insomma. Curioso poi che qualcuno di questi estremisti renziani non sia poi così anagraficamente giovane e neppure politicamente vergine, avendo militato in diversi altri partiti.
Una piccola nota su questo tema: se si comincia a usare la storia come un insulto, si rischia di alzare parecchia polvere, il che non credo giovi al livello della discussione. Potremmo dare del socialista o del democristiano a chi ci chiama spregiativamente comunisti; triste sorte ha avuto l'aggettivo socialista, che un tempo era sinonimo di galantuomo e dopo ha preso tutt'altro significato. Viste le storie per così dire articolate di chi adesso è nel Pd sarebbe davvero meglio smetterla.
Lo ammetto: su questo tema io sono di parte. Sono nato e cresciuto in una famiglia di tortafrittari - anche se io ho imparato a conoscere quelle delizie con il nome di crescentine - ho conosciuto nella mia vita politica tantissimi tortafrittari e da loro ho imparato moltissimo, per alcuni anni ho avuto l'onore e l'onere di essere il responsabile dei tortafrittari bolognesi (ricordo, tra gli altri, i compagni di Navile e di Porto, autori di crescentine memorabili, senza voler sminuire quelle di altre sezioni di quella grande federazione).
Adesso, come noto, ho smesso di fare politica, non sono iscritto a nessun partito; continuo a mangiare la torta fritta, anche se con maggior moderazione rispetto a quanto avevo vent'anni. Domenica 8 dicembre non andrò a votare alle primarie e devo dire che non mi interessa il dibattito che si sta animando all'interno del Pd, in cui pure vedo impegnati tanti amici che un tempo hanno militato con me. Ovviamente non sono renziano, ma non sono neppure un sostenitore di Cuperlo, anzi capisco poco la foga con cui diversi amici si sono gettati nella lotta a favore del deputato triestino contro il sindaco di Firenze. Il Pd è diventato un partito di centro, se vincerà Renzi sarà un partito di centro moderato, se vincerà Cuperlo sarà un partito di centrosinistra moderato, in ogni caso il Pd sarà di rito lettiano e un fedele esecutore delle direttive dettate da Bruxelles e dagli altri poteri che dettano l'agenda. Peraltro se il campione del socialismo europeo è quel Martin Schultz che ha negoziato le larghe intese in Germania con la Cancelliera, è chiaro che la battaglia per aderire al socialismo europeo - che pure facemmo alcuni anni fa - si è rivelata velleitaria. Questo centrosinitra europeo non è più riformabile, può solo essere sostituito.
Proprio perché sono qui da poco non conosco le storie e i trascorsi di questa città, che pure in tanti evocano, però qualcosa mi sento di dirla comunque. E non conosco neppure le persone. Da tortafrittaro, da esodato della sinistra, vorrei dire una cosa a chi usa continuamente questa parola e ci chiama così.
Non vi chiedo di rispettare una storia che legittimamente non condividete, dal momento che ciascuno ha la sua. Io di questa storia vado fiero, spero che anche voi siate orgogliosi della vostra, anche se ne dubito. A chi è molto più giovane di me auguro che si possano costruire una storia di cui essere fieri, anche se è difficile costruire sul nulla, praticamente impossibile; ai giovani del Pd ricordo che possono cominciare una storia nuova, anche perché i tortafrittari hanno lasciato loro un po' di eredità. Anche se non si condivide la storia, penso che tutti dovremmo rispettare le persone. Sono donne e uomini che hanno lavorato - e lavorano - per gli altri, che hanno combattuto e hanno fatto sacrifici.Certo hanno commesso degli errori, individuali e collettivi, ma tutti ne abbiamo connessi e tutti ne commetterete.
Ovviamente io, per raccontare queste donne e questi uomini, preferisco usare una parola antica, ricca di significati: compagni. E devo ringraziare quelle compagne e quei compagni non solo per la politica - che sarebbe già tanto - ma per quello che mi hanno insegnato nella vita.

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