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Considerazioni random su Sanremo 2015 – parte seconda

Creato il 17 febbraio 2015 da Officialziogio @officialzigio
Giorgio Panariello a Sanremo nei panni di Renato Zero.

Giorgio Panariello a Sanremo nei panni di Renato Zero.

Avviso: contiene un paio di paroline forti.
Per leggere la prima parte, clicca qui.

Continuiamo con le pagelle e le mie opinioni sul 65esimo Festival di Sanremo.

Alessandro Siani e Pintus, voto 2: un punto per Siani, uno per Pintus ed otteniamo un bel 2.

Luca e Paolo, Gabriele Cirilli, Virginia Raffaele, Giorgio Panariello, voto dalla sufficienza in su: in particolare menzione d’onore per la Raffaele che ha chiesto a Marino Bartoletti la domanda che tutta Italia vorrebbe fargli: “Ma tu che lavoro fai? Non si è mai capito.”

Joe Bastianich, voto ?: ospitata piuttosto inspiegabile, e sicuramente più costosa di quella della famiglia Anania.

Mamma di Charlize Theron, voto 10+: complimenti alla signora Theron per aver concepito una creatura così splendida e per averla fatta diventare una donna così affascinante ed interessante.

Questo tweet di Carla Gozzi, voto 0: io non so se Carla sia stata seria, ma come si può immaginare che un’astronauta in missione sull’ISS abbia portato con sé il parrucchiere? La Nasa e l’Esa addestrano anche coiffeur e estetisti adesso?

https://twitter.com/carlagozzi/status/565978849264287744

Gianna Nannini, voto -5: per l’emozione puoi stonare, ma non puoi sbagliare per DUE VOLTE il più facile attacco di una delle tue canzoni più famose che tutta Italia conosce e che neanche nei karaoke dei peggior bar di Caracas sbagliano così clamorosamente. Non è certo la fine della sua carriera, però per una professionista sbagliare due volte in un punto facilissimo della canzone…

Video delle canzoni, voto 0: ho visto (non troppo attentamente per la verità) i video di Annalisa, Bianca Atzei, Il Volo. A quanto pare si sono messi d’accordo per girare sulla stesso set: tre video praticamente uguali ambientati nelle stanze di una villa. Un altro video che ho visto è quello di Lorenzo Fragola, ed ha lo stesso identico concept dello storico video di “7 Days” di Craig David: benvenuti nel 2000!!!!

Ed Sheeran, voto 5: lo aspettavo con tanta trepidazione, però la sua presenza al Festival non ha assolutamente incontrato le mie aspettative. Mi ero ormai rassegnato al fatto che avrebbe sicuramente cantato “Thinking Out Loud” (che non è la mia preferita), grande successo del momento, appropriatissima per la serata di San Valentino, ma gli hanno fatto cantare “Sing” solo perché Carlo Conti voleva fare il figo e chiedergli di Pharrell, e gli hanno messo/si è portato una band, mentre io mi aspettavo Ed solo soletto sul palco. E in più, si è data molta più importanza alla presenza al Festival di Gianna Nannini che non alla presenza di Ed. Ma insomma, è venuto uno che ha appena suonato ai Grammy, che era nominato per l’album dell’anno, che è uno degli artisti che vende di più nel mondo, uno che se la batte con Bruno Mars per il titolo di re del pop al momento, e noi lo trattiamo come un Saint Motel qualsiasi, anzi anche peggio. Ma qua siamo al Festival de Il Volo, il festival dei virtuosismi, l’ospite internazionale adatto quest’anno sarebbe stata la Whitney Houston del bis del 1987, non un cantastorie con la chitarra.

Emma, voto 7.5: Emma è sempre una conferma, è una brava ragazza, conosce i suoi limiti e i suoi punti di forza. E’ stata brava, come mi aspettavo. Ma non ho capito bene il senso della sua letterina finale.

Rocio, voto 8: prende più di Emma perché è più figa e perché è stata una sorpresa, e non una femme fatale straniera alla Ivana Mrazova.

Arisa, voto 9.5: vera mattatrice del Festival, mina vagante pronta ad esplodere quando meno te lo aspetti. Tra premestruo, cacca in conferenza stampa, baci ai concorrenti, gambe rotte, apparizioni improvvise mentre credeva di non essere inquadrata e anestetici, ha sicuramente garantito molte più risate di diversi comici che si sono esibiti quest’anno al festival. A volte completamente fuori controllo, non si è ancora capito se fosse sotto effetto di antidolorifici e altro o se fosse completamente sobria e stesse semplicemente mettendo in mostra la sua “ingenuità”.

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fonte: trahitaliano.it

Carlo Conti, voto 10: Carlo Conti è ufficialmente il re della televisione italiana, e non ha concorrenti per questo titolo. Non saprà ballare, né cantare, né recitare, ma è sicuramente il migliore a presentare. Ed è anche estremamente popolare, come ha dimostrato in più di venti anni di programmi con la Rai in cui si è fatto il mazzo tra Capodanno a Rimini e a Courmayer, ghigliottine e Iva Zanicchi con urgenze intestinali. Finalmente è arrivato a Sanremo ed è stato un grande successo: non si è sentita l’oppressiva istituzionalità e sacralità del Festival ma sembrava di essere in un normale programma, ha messo i giovani all’inizio delle puntate (è questa è stata davvero una grande idea), e ha fatto cantare il primo cantante (per la precisione Chiara con “Straordinario”) appena due minuti dopo l’inizio del programma, senza lunghe ed estenuanti attese mistiche. Molto a suo agio con gli ospiti italiani e con la gente comune, un filino meno bravo con gli ospiti stranieri. In fatto di conduzione Conti non è stato affatto una sorpresa e si è saputo destreggiare benissimo in tutte le situazioni in cui doveva improvvisare, ma in fatto di direzione artistica è stato davvero una rivelazione: ha scelto canzoni belle, canzoni semplici, si è voluto mantenere sul nazionalpopolare, ha chiamato ospiti interessanti (Imagine Dragons, Ed Sheeran, Tiziano Ferro, Samantha Cristoforetti), ha realizzato davvero una kermesse coi fiocchi. Adesso tutti stanno spingendo per un suo bis l’anno prossimo, ma sinceramente io preferirei che l’anno prossimo si dedicasse a tempo pieno a L’eredità, Tale e quale, e quanto altro voglia fare, perché Rai 1 e il suo pubblico hanno bisogno del loro amatissimo conduttore (e per non fare come Fazio, la cui seconda volta consecutiva è andata molto peggio della prima). Le mie proposte per la prossima conduzione sono Paola Barale, Flavio Insinna, Antonella Clerici, Costantino della Gherardesca, le quattro pippe del 1989, le quattro pippe moderne (Carrà, Argento, Cortez, Plein).

E alla fine di tutto, a me quest’anno Sanremo mi ha messo una gran voglia di studiare musica, di diventare come i direttori d’orchestra che sanno come si scrive, come si legge, come si organizza, come si suona la musica. Con passione.

Ci vediamo l’anno prossimo, perché Sanremo è Sanremo.


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