Considerazioni su Il Racconto dei Racconti

Creato il 17 maggio 2015 da Alessio688

Il Racconto dei Racconti è un film di Matteo Garrone Liberamente tratto da “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile. Lo Cunto de li Cunti è una raccolta di 50 fiabe in lingua napoletana scritte da Giambattista Basile (Napoli, 1575-1632), pubblicata postuma tra il 1634 e il 1636. L’opera, nota anche con il titolo di Pentamerone, è la più antica d’Europa nel suo genere ed ha ispirato tantissime favole: Cenerentola, Il Gatto con gli Stivali e la Bella addormentata nel bosco (solo per citarne alcune). Di queste 50 fiabe Garrone ne ha scelte tre per realizzare il suo film: “La Regina”, “La pulce” e “Le due vecchie”.

Le tre storie si intrecciano tra loro e i protagonisti sono tre sovrani, la Regina di Selvascura (Salma Hayek) pronta a qualsiasi azione pur di riuscire a concepire un figlio; il Re di Altomonte (Toby Jones) che si rivela poco saggio dimostrandosi più attaccato ad una pulce che alla sua unica figlia Viola (Bebe Cave) che addirittura finisce sposa ad un Orco; il Re di Roccaforte (Vincent Cassel) lussurioso e accecato dal desiderio a tal punto da credere che il canto di una vecchia lavandaia sia quello di una giovane vergine. Sebbene i temi delle fiabe sono stati elaborati nel 1600, racchiudono una certa modernità. Troviamo infatti l’ossessione per l’età e la bellezza, il morboso amore di una madre verso quel figlio per il quale aveva sacrificato tanto, le terribili prove che deve affrontare una ragazza quando fa il suo ingresso nella vita adulta.

Il film è crudo, ci sono immagini e momenti veramente forti. Il regista aveva tenuto infatti a precisare che alcune delle scene più cruente del film erano presenti nei testi originali delle novelle.

Mi sono piaciuti davvero molto i costumi e la scenografia impreziositi ancor di più da una fotografia davvero sontuosa. I luoghi sono in perfetto stile fiabesco e non sono frutto della fantasia, ma esistono davvero anche nella realtà: le gole dell’Alcantara, le Vie Cave, il Bosco del Sasseto.

Trailer


Paesaggi stupendi, draghi marini sopiti nel letto del fiume, mostruosi rapaci, orchi rabbiosi, sorgenti che sgorgano dalle radici di un albero, questo film è un fantasy a tutti gli effetti, ricco però di riflessioni su tematiche  con cui l’umanità fa i conti da millenni.

L’opera è particolare e sicuramente non tutti lo apprezzeranno, ieri uscendo dal cinema alla fine della proiezione ho sentito tanti commenti negativi. Il progetto di riportare la fiaba al centro di un film italiano, prendendo spunto da un opera così antica, è ammirevole e da apprezzare. Il film cerca di trasmettere l’intima fragilità degli esseri umani così profondamente legati alla passione, al potere, all’odio e capaci di commettere gli atti più efferati per avere il controllo su ciò che il loro animo desidera. Ci penserà però la vita, con la sua suprema crudeltà, a ristabilire il naturale equilibrio delle cose.

Voto: 8



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