Prendo da facebook queste considerazioni riguardo al cedro del Libano recentemente abbattuto ai giardini della stazione, del signor Ghigo Rossi che mi danno sostanzialmente ragione.
Sta cosa mi fa ancora arrabbiare: aveva una carie da funghi di appena 25 cm di diametro al colletto, pari a circa il 20% del totale, poteva vivere e sostenersi ancora per almeno altri 150 anni, e invece… Aveva visto entrambe le guerre, il nonnetto!! Eccovi anche la cronaca del dibattito, con penosa e corporativa difesa del presidente dell’ordine dei dottori agronomi e forestali Eugeno Bovard che si sente in dovere di difendere Chicco Primerano, il tecnico che ha, guarda caso, l’incarico della gestione del verde pubblico ad Aosta, nipote di Bruno Milanesio.
CONSIDERAZIONI FINALI:
ho letto la documentazione a sostegno dell’abbattimento e mi pare un lavoro ben fatto, l’albero al centro era cariato, faccio pero’ alcune considerazioni che ritengo molto importanti:
1) la parte viva di una pianta e’ limitata ai primi due centimetri sotto la corteccia, tutte le altre sono cellule morte;
2) le piante vecchie sono sovente cariate in centro (vedi Tiglio di Sant Orso o Platano dell’Arco di Augusto, addirittura vuoti), se si vogliono far diventare “monumentali”, o a maggior ragione se lo sono gia’, e’ ovvio che si debbano sostenere fisicamente con tiranti, puntoni ecc. prima di abbatterli. Una pianta monumentale rischia pero’ di costituire un pericolo per chi ci passa sotto, quindi laddove necessario bisogna prevedere un suo isolamento pedonale, ma si deve far di tutto per proteggerla, almeno fino a che rimane viva. Se abbattiamo tutte le piante che sono cariate in centro, dobbiamo allora tagliare quasi tutte quelle che superano i 40 – 60 anni. E’ quindi ovvio che e’ il concetto di partenza ad essere sbagliato: NON SI TAGLIA UNA PIANTA MONUMENTALE PER UNA CARIE AL CENTRO!!! E’ ASSOLUTAMENTE IDIOTA!!!!
3) nella gestione del verde urbano ci deve essere un capitolo di progettazione appositamente predisposto per dare spazio e tempo alle piante che si vogliono lasciar invecchiare e diventare monumentali, scegliendo le aree idonee, valutando i rischi eccetera; si tratta quindi di un processo piu’ “politico” che “tecnico”, che dipende molto anche dalla sensibilita’ di chi lo predispone.
Alla luce di tutto quanto sopra esposto, suggerirei quindi di iniziare in consiglio comunale una vertenza che parta dalla predisposizione di un simile progetto e all’individuazione di criteri specifici di protezione delle piante che si prevede possano diventare monumentali, prima che un babbeo qualunque si metta a girare con una macchinetta e ad abbattere tutte quelle che sono cariate in centro!