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Considerazioni varie, parte II

Da Tofina
Nonostante gli innumerevoli difetti di Trenitalia, io amo prendere il treno. I motivi sono svariati, ma ce n’è uno in particolare. Tanti anni fa, durante una gita, un mio compagno di classe mi disse che gli piaceva, nei giorni di sole, quando il treno passa vicino ai filari di alberi. Se ne trovano spesso lungo la ferrovia, nelle zone che attraverso durante i miei viaggi. La luce si fa intermittente a causa dei raggi che filtrano tra i rami, gli occhi quasi automaticamente si chiudono a causa del fastidio…che non è un fastidio. Il rumore delle rotaie fa da sottofondo musicale. Quei pochi secondi in cui il treno passa accanto agli alberi, si entra in un’altra dimensione, non c’è più qui, non c’è più ora. Mi siedo accanto al finestrino soprattutto per questo e non permetto a nessuno di tirare la putrida tendina. Adoro queste cose. E il fatto che fossi innamorata del mio compagno di classe rese tutto molto più romantico. Ancora oggi, a distanza di anni, ogni volta mi si ferma il cuore. Quei pochi secondi valgono la pena del viaggio, sempre.
In Piazza Castello spostano le panchine mensilmente. Ogni volta che vado a prendermi la focaccia ligure, esco e non so dove sedermi. Questa volta ho optato per un cordolo spartitraffico (? si chiamerà poi così?). Una volta sul treno, mi sono tolta la giacca e ho capito che un piccione doveva aver avuto la stessa idea poco prima, utilizzando però il cordolo non come panchina ma come cesso.
Apprendo dal “Leggo” o “Metro” che William e Kate hanno deciso di non strafare per il loro matrimonio. Spenderanno solo 58 milioni di euro. Bravi, considerato che sarà la solita cagata di matrimonio con la carrozza, i cavalli, le tazze e il francobollo, proprio bravi. Se avanzassero qualche spicciolo e volessero fare un favore a un’altra coppia di giovani sposi, io e Luca avremmo un unico grande desiderio per il matrimonio: che i Sigur Ros venissero a suonare durante la cerimonia e la cena e Bregovic per il resto della serata. Molto poco regale, lo so. Pazienza, ci accontenteremo di un ipod. Ecco, magari non in riproduzione casuale.

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