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Consigli agli editori

Da Ayameazuma

Non sono solo gli scrittori – aspiranti o meno – ad aver bisogno di consigli. Anzi, ultimamente i più bisognosi di consigli sembrano essere proprio le case editrici. Tra copertine realizzate alla bell’è meglio, con soggetti improbabili e colori ancora più improbabili, prezzi esorbitanti, editing inesistenti e incapacità di fidelizzare e incuriosire i lettori, c’è da chiedersi se queste mancanze derivino da un disprezzo per il lettore o per una reale incapacità nel fare l’editore, come ipotizzava Elena di Studio83 pochi giorni fa.

Naturalmente – e lo specifico onde evitare 110 commenti come la scorsa settimana per una questione ovvianon sto parlando di tutti i piccoli e medi editori. Di parecchi sì, però, altrimenti non ci sarebbe motivo di dedicar loro un post.

Dato che, prima di tutto, siamo lettori, possiamo dispensare qualche consiglio in base a ciò che ci piacerebbe vedere nei siti degli editori, quando girovaghiamo. Le idee non sono solo mie, le riprendo da vari post sul forum:

  1. Curare la grafica: c’è un tripudio di copertine scialbe, insignificanti, scadenti, unito al festival dei colori chiassosi e dei soggetti senza senso. Una copertina può essere semplice ma elegante (un ottimo esempio è questa copertina de I Sognatori), un illustratore non è così caro da compromettere il fatturato di una piccola casa editrice. Poi, meglio pagare 50€ in più un bravo grafico che 50€ in meno un incapace che crea copertine pessime.
    Il discorso vale anche per il sito web: siamo nel 2010 – quasi nel 2011 – e vedere certi siti con le tabelle o con template disordinati e poco curati fa davvero una pessima impressione. Il sito web è il primo biglietto da visita della casa editrice: se il sito ha l’aria di essere costruito da un amatore che ha appena approcciato l’html il lettore difficilmente continuerà a navigare, e sicuramente non tornerà sul sito. Un sito come quello di Sogno Edizioni, per quanto buoni possano essere i suoi libri, non attira i visitatori. Una lettrice mi ha scritto:

    Sono andata a vederlo adesso e mi fa una brutta impressione. Il sito mi pare di pessimo gusto, gli autori sembrano più da Albatros che da free.

    Come volevasi dimostrare.

  2. Adescare il lettore: cosa convince il lettore a comprare il libro da una determinata casa editrice piuttosto che da un’altra? Certamente la qualità dei titoli in catalogo, ma come fa  il lettore a rendersene conto? In libreria si ha la possibilità di sfogliare il libro, sul web no. Ecco che un grande punto a favore dell’editore è quello di rendere disponibile un estratto (come fa Asengard, per esempio), metà libro (come fanno I Sognatori) o addirittura l’intero testo gratuitamente sotto forma di eBook (come fa XII): sono moltissimi i dati, oramai, che confermano che rendere disponibile gratuitamente l’eBook o metà di esso aumentano le vendite del cartaceo. Senza scomodare esempi esteri citiamo gli italiani Wu Ming:

    Sul sito Wumingfoundation.com c’è una sottosezione della vostra bibliografia che riporta i dati di vendita dei vostri libri. Sembra che la possibilità di riprodurre i testi per scopi non commerciali non abbia intaccato, almeno più di tanto, l’acquisto dei volumi. Da parte degli editori, ci sono stati commenti in proposito? Avete mai ricevuto richieste perché la vostra impostazione cambiasse?

    La nostra conclusione, a sette anni dall’uscita di Q, è che senza la possibilità di scaricarli i nostri libri venderebbero meno. Più li si scarica, più li si conosce. Più li si conosce, più li si regala. Noi siamo in contatto stretto con un gran numero di lettori, coi quali discutiamo di molte questioni. Molti di loro hanno comprato/regalato i nostri libri dopo averne scaricato i testi. L’atto di acquistarli può essere visto come un “equo compenso” per averli resi disponibili gratis (una specie di shareware, insomma) o come una scelta di comodità (quello cartaceo resta il miglior supporto su cui leggere narrativa) o di possesso feticistico/collezionistico o un po’ tutte queste cose. Fatto sta che funziona così. A tutt’oggi, però, siamo tra i pochissimi a renderci conto di questo. La stragrande maggioranza degli editori continua a ritenerla una bizzarria. Capita addirittura che editori, parlando di noi, liquidino sbrigativamente il copyleft definendolo “marketing” o “una furbata”. Ma certo che è anche marketing, che discorsi. Noi con le royalty ci campiamo. La contraddizione, infatti, non è questa, bensì il fatto che un editore, il quale in teoria sarebbe un imprenditore, di fronte a un esempio di marketing che non soltanto ha successo ma crea comunità, lo disprezzi con toni “puristici” (!) anziché prendere esempio. Quanto all’essere furbi: ma perché, è meglio essere stupidi? Boh.

  3. Prezzi contenuti: chi glielo fa fare a un lettore di spendere 15€ per un libro di 120 pagine quando in libreria moltissime edizioni economiche a 8€ per 400 pagine lo aspettano? Sul forum è nata un’interessante discussione sul prezzo dei libri e la visione economica del lettore e dello scrittore, e trovo molto interessante questa particolare opinione:

    Ma perchè allora puntare anche sulla qualità dei materiali se poi i prezzi salgono al punto che i libri diventano cari?
    Chi se ne frega se è un’edizione ultraeconomica tipo urania&co. Io lettore rinuncio con gioia alla copertina morbida e alla bella carta se questo mi consente di ammortizzare le spese.
    Anche perchè libri di piccoli editori di 300 pagine e oltre e materiali buoni a 15 euro li ho visti, quindi non mi tornano tanto i conti coi libricini formato mignon.

    Sono parzialmente d’accordo su quanto detto: parzialmente perché io le edizioni TEA le trovo dignitosissime e molto appetibili, ma dall’altro lato apprezzo moltissimo libri come quelli di XII, che come oggetto-libro sono davvero stupendi. La soluzione potrebbe essere nello stampare tascabili per la diffusione e dare la possibilità di acquistare a un prezzo maggiore lo stesso libro ma in un’edizione davvero pregiata, appoggiandosi a stampe print on demand e risparmiando così sui costi di stampa.

I nostri consigli – per ora – si fermano qui. Attendiamo i vostri suggerimenti, commenti e idee.


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