Nei cataloghi (e non solo), una fotografia può valere più di mille parole. Regola numero uno delle fotografie nei cataloghi: il prodotto è protagonista. Questo vale per tutti progetti, ma ancora di più per i progetti di impaginazione automatica.
Molti art director e fotografi aggiungono supporti di scena o accessori vari, ma l’uso eccessivo di abbellimenti distoglie l’attenzione dai prodotti da vendere (in genere nella composizione fotografica il meno è più); collocare al centro della scena il prodotto, invece, diventa spesso una scelta vincente. I supporti di scena infatti dovrebbero più che altro mirare a evidenziare benefici, misure, funzionalità e caratteristiche degli articoli.
Nei cataloghi si possono impiegare scatti di diverso tipo. Quando si riproduce un prodotto in un ambiente naturale, nella fotografia lo sfondo può essere certamente mantenuto, ma senza togliere importanza all’articolo. Le silhouette, che mostrano il prodotto scevro da ambientazioni di sfondo e supporti, lasciano all’oggetto più spazio possibile.
L’aggiunta di un’ombreggiatura leggera, laddove il prodotto lambisce la superficie, eviterà invece di dare l’impressione di un prodotto sospeso in aria, come fluttuante nella pagina. Mostrare il prodotto mentre viene usato è un valido strumento per spiegarne caratteristiche e vantaggi; lo scatto “prima e dopo” cattura l’attenzione di chi guarda, mettendo in scena i benefici finali.
Prodotto senza ombreProdotto con ombreSe il tuo progetto richiede un’ambientazione specifica, inquadrature effettuate all’aperto possono divenire necessarie. Spesso vengono spesi migliaia di dollari per spedire gli operatori in località esotiche, ma si finisce lo stesso per tagliare gran parte dello sfondo. Teniamo sempre presente quindi che molti luoghi possono essere ricreati in dettaglio anche da casa, o ricostruiti in uno studio fotografico. Noleggiare case vuote o creare specifici set è un modo per avere buoni risultati a prezzi abbordabili.
Un prodotto nel suo contesto
Cataloghi come quelli di abbigliamento possono giovarsi di scatti in cui compaiono modelli/e. Tuttavia questi, se usati in maniera poco funzionale, possono distogliere l’attenzione dal prodotto, e risultare persino controproducenti: attenzione dunque a scegliere modelli/e ben relazionati al target di riferimento. Un catalogo di articoli per il tempo libero e l’outdoor è bene che disponga di persone riprese all’aperto; un catalogo sportivo rivolto a donne deve includere atleti uomini.
Se l’utilizzo di gente comune come testimonial si è rivelata una scelta vincente per alcuni tipi di cataloghi, l’opzione di impiegare come modelli amici e familiari anzichè professionisti va usata con cautela, perché consente di risparmiare denaro, ma c’è pure il rischio di dare una resa troppo amatoriale. I modelli sono abituati ad apparire naturali davanti all’obiettivo; se il budget lo consente, pagare un po’ di più per ingaggiare una hair stylist e una modella può avere effetti sicuramente positivi.
Alcuni prodotti, come suite di mobili o servizio di piatti, funzionano meglio se presentati con scatti in serie/gruppo. Se l’immagine contiene tra gli altri un oggetto difficile da notare, come una lampada o un cuscino decorativo, l’oggetto può essere estratto dalla fotografia come una silhouette, oppure presentato attraverso uno scatto ravvicinato/in primo piano. Attenzione agli scatti di gruppo: se sono troppo affollati di oggetti, spesso non rendono.
Per una foto non è sempre semplice raccontare tutta la storia del prodotto, specie se le caratteristiche del prodotto sono nascoste. Una foto non può restituire la bontà di una pietanza, né riprodurre la qualità del suono di uno stereo. In questi casi può essere utile affidare il commento dell’immagine a didascalie, richiami capaci di suggerire l’intera storia che sta dietro al prodotto.
Questo guest post è stato inviato Luca Reginato di Weappon.com, ditta che cura, tra le altre cose, la realizzazione di cataloghi. Propongono anche un software di impaginazione automatica.
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