La nuda verità di Jane Eyre Come si sa sono innumerevoli gli adattamenti cinematografici (nomi famosi tra gli interpreti, come Joan Fontaine e Orson Welles) di questo capolavoro di Charlotte Brontë, scritto sotto pseudonimo (Currer Bell) ma dai tratti stilistici riconoscibili. E ancora più numerosi saranno lettori che si alimentano del classico (eterno?) conflitto tra società vittoriana e libertà individuale, tra Eros e Ragione. Di gran lunga preferibile a Jane Austen, che dai suoi diari esce fuori come un ragioniere in gonnella, la Brontë avrà sempre un posto d'onore nell'universo della ribellione, non soltanto quella femminile. Il suo movente letterario è già sotto il segno dell'interiorità e della fuga dal comune modo di sentire, anticipando un “filone letterario” che ancora oggi ha le sue motivazioni, nonostante le mode e le epoche trascorse, e che potrebbe chiamarsi la letteratura della solitudine. Adorabile anche Mia Wasikowska che interpreta il personaggio di Jane Eyre nel film di Cary Fukunaga, come ricorda Gianni Rondolino nella sua recensione su La Stampa. L'edizione del romanzo appena ristampata è corredata da una prefazione firmata da Joyce Carol Oates. C'era da stupirsene? Edmund White e le rovine di Parigi Ci sono libri che si ama rileggere, altri che si dimenticano, altri ancora che si ha paura di leggere una seconda volta per il timore che il loro aroma sia ormai sfumato. Il flâneur di Edmund White (Guanda) non teme il passaggio del tempo. Come l'oggetto di cui parla, la città che non muore mai o che non smette mai di morire: Parigi. White non scrive per il turista colto e saggio, ma piuttosto per il viandante disincantato che può apprezzare frasi come questa: “La Défense è passata direttamente dall'essere futuristica all'essere superata senza essere mai stata un normale tratto del presente”. Oppure, giocando con gli aneddoti: “I francesi detestano gli odori di cucina, mentre gli americani li trovano stuzzicanti; nel diciannovesimo secolo, quest'avversione del primo Rothschild francese era tale che in casa sua il cibo arrivava dalla cucina in sala da pranzo grazie a un trenino che non emanava odori, in quanto sotterraneo”. D'altra parte, “le grandi reminiscenze, i brividi storici – per il vero flâneur sono una miseria che egli lascia volentieri al viaggiatore”. Che cosa si trova, allora, in questo delizioso libro dell'autore de La sinfonia degli addii? Semplice, tutto quello che non è turistico. La parte migliore. Una dieta contro il minimalismo? Se ne parla un gran bene in giro, e non meraviglia: Philip Lopate sa come aprirsi una via tra le righe, è intelligente, a modo suo raffinato senza sembrare un privilegiato e, ciò che più conta, con la sua intensa produzione letteraria e saggistica sta rinnovando un ambito di scrittura a noi molto caro: il personal essay, alla maniera di Montaigne, Stefan Zweig o William Hazlitt. A metà strada tra il diario e il romanzo, meglio ancora la sua passione è la digressione esistenziale. Aggiungeteci un pizzico di Philip Roth- diciamo anche più di un pizzico- quanto a tematiche e umorismo e otterrete un compagno ideale dei vostri pomeriggi domenicali passati a leggere...mentre fuori piove, magari. E non c'è nient'altro da fare che rimuginare idee strane. Lopate ne possiede in quantità, ovviamente, ma sa anche raccontare storie normali e coinvolgenti, come quella intitolata Tè al Plaza che abbiamo letto su Satisfiction. Non facciamo pubblicità alla rivista, che non ne ha bisogno, ma allo scrittore americano che - vedrete, facciamo una profezia delle nostre- prima o poi finirà dritto nella lista del premio Pulitzer. Le opere di Lopate al momento sono tradotte per l'editore Gaffi, per esempio Due matrimoni e L'arte di aspettare. Sempre presso quest'editore è da segnalare, visto che parliamo di saggistica d'autore, la raccolta di saggi su Roland Barthes, curata da Filippo La Porta. Barthes è un autore di cui abbiamo parlato spesso su questo blog e che, senza dubbio, resta tra gli antenati celebri di Lopate. Per un'occhiata alla sua bibliografia (sito dell'autore).
Pubblicato da Remy71 | Commenti Tag: libri, news, narrativa, lettura, bronte charlotteMagazine Cultura
Consigli di lettura: Charlotte Bronte, Edmund White, Philip Lopate
Creato il 11 ottobre 2011 da GhostwriterPossono interessarti anche questi articoli :
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