Meditazioni al femminile
di Michela Zanarella
"Il mondo lo cerconel lievito di un cielo primitivoal centro di una scintillanon umananel pudore di colori adolescenti."Nel tentativo di rendere originali immagini, suoni e colori miro ad un linguaggio semplice che sia canto femminile di luce e speranza."(Michela Zanarella)
MICHELA ZANARELLA, DISCEPOLA DI POESIA
Un empito forte sostiene questa poesia, che gronda emozioni spesso tumultuose. L’attraversa una luce forte, a volte addirittura violenta, che declina l’intensità dell’eros. Michela Zanarella si considera una ideale discepola di Alda Merini, alla quale si è sentita e si sente profondamente legata (è tuttora in rapporto con le figlie della grande poetessa milanese, cui ha dedicato dei versi che figurano anche in questa raccolta) e in effetti anche la sua poesia è nutrita di un eros che si pone come sfida al mondo e insieme capovolgimento di ogni moralismo ipocrita per diventare chiave di una nuova e più alta libertà. La libertà che solo la poesia, insieme sacra e dissacrante, può dare. Tuttavia quella di Michela Zanarella è anche una poesia del “sogno”, inteso come un muovere “alla conquista di terre lontane” e salpare “verso l’ignoto”, spingersi innanzi fino ad entrare “nel grembo dell’eternità”. E’ una poesia colma di passione sensuale ma anche colma di cielo e di immagini di uno spazio infinito, e come tale spirituale. Michela Zanarella è una voce giovane che trabocca di vitalità e di amore per la vita, vuole donare se stessa e non teme di manifestarsi con slancio in un mondo invece sempre più invaso dal cinismo e sempre più spento di sentimenti, dove anche la poesia diventa spesso solo un arido De profundis. Anche se la poetessa ha coscienza di vivere in un tale mondo e difatti scrive: “Siamo spiriti di un secoloche divora le memorie “non se ne lascia sopraffare e si abbandona all’intima fiducia quasi proponendosi una sorta di missione salvifica di cui la poesia che le sgorga dentro sente che la fa strumento. Poesia, ella dice, non cercata, non programmata, ma che anzi in qualche modo la costringe alla sua necessità, in quanto vocazione ineludibile. Pur con qualche intemperanza dovuta appunto a questa sua grande generosità, e a questo suo abbandonarsi irrefrenabile alle vibrazioni della propria sensibilità e agli empiti tempestosi del suo animo, che fanno sì che a volte le sue composizioni poetiche appaiano simili a un fiume in piena, o meglio a un torrente che scenda con irruenza, affrontando il rischio di balzi e rocce, questa sua voce si fa ascoltare, esige attenzione, si circoscrive e si staglia. Afferma infatti: “Non sono io a scegliere di scrivere, è la poesia che mi sceglie quando vuole, senza chiedere.Nessuno mi ha insegnato a scrivere. Un giorno, dopo essere sfuggita alla morte, una forza incontrollabile ha preso possesso della mia mente e mi ha guidato nella scoperta di una nuova realtà, una realtà sensibile.Penso che il destino mi abbia affidato una luce particolare per sognare e per aiutare gli altri a sognare.”
Michela Zanarella crede nel potere della parola e non teme di proclamarlo. Questo atto di fede è molto bello, e permea tutta la sua scrittura. Ci vuole coraggio oggi per fare un’affermazione del genere, ed io plaudo a questo coraggio di Michela Zanarella. Ritrovare le radici profonde da cui la parola sgorga con una sua forza oracolare, come era chiaro agli antichi, e rifiutare di considerarla soltanto quella convenzione, codice e segno che ci ha consegnato lo strutturalismo, questo è importante in un tempo di pensiero prevalentemente debole e a volte perfino debolissimo, in cui si è perso anche soltanto il coraggio di aspirare, di alimentare il desiderio dei grandi spazi di cui abbeverare l’anima, di cui alimentare il cuore.Cita ancora l’amata Merini, Michela, quando parla del poeta come "giocatore", fuorilegge della realtà e ispirandosi a lei dice “Spero di essere un discreto giocatore”. Io credo che lo sia e che possa sempre più affinare e polire i suoi versi, assumendo su di sé il peso, ma anche la gioia del suo destino poetico. Di gioia – altra cosa essenziale – la sua poesia parla molto, ed è chiaro che lo fa non gratuitamente, ma attraverso il dolore. Perché la sua poesia è altrettanto percorsa da lacrime che da risa, si nutre di singhiozzi come di baci. Le sillabe dei suo versi sono labbra - pollini e resine cantano la vita, la metamorfosi si compie nelle foglie arrossate della quercia. Auguriamo di cuore a Michela un lungo cammino nei percorsi della poesia, e il fiorire di molti germogli. (Donatella Bisutti)PREFAZIONE
(Giuseppe Neri)
Michela Zanarella è nata a Cittadella, Padova, il 01-07-1980. Inizia a scrivere poesie nel 2004, e la sua poesia è ora tradotta in inglese, francese, spagnolo, arabo.Ha pubblicato sei libri "Credo" ed. MeEdusa, "Risvegli" ed. Nuovi Poeti, "Vita, infinito, paradisi" ed. Stravagario, "Convivendo con le nuvole" ed GDS, "Sensualità", Sangel Edizioni, "Meditazionial femminile", Sangel Edizioni . Ha ottenuto diversi riconoscimenti nazionali ed internazionali.Scrive recensioni ed interviste per diversi giornali on line.MEDITAZIONI AL FEMMINILE - di Michela ZanarellaSangel EdizioniPoesieAnno: 2012Acquistalo su Blooming.com, sul sito dell'editore eshop.sangeledizioni.com oppure su amazon.it: Meditazione al femminile
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