Prima o poi doveva succedere, ed è successo: hanno rosicato, come usa dire a Roma!
RomaToday è in qualche misura la quinta testata della città: c'è Messaggero, Repubblica, Corriere, Tempo e poi c'è RomaToday, nata da non molti anni e presente solo su internet.
La quinta arrivata, ma con ogni probabilità la prima come numero di lettori. Grazie ad un ottimo sistema di gestione dei contenuti (alert, newsletter, social...), ad una velocità accurata e ad una sapiente ottimizzazione SEO, la testata del gruppo CityNews è sicuramente quella che fa i numeri più interessanti. A livello tecnico l'offerta appare magari non contemporaneissima, ma di certo più moderna di quella pachidermica dei siti afferenti alle testate tradizionali.Il punto è che se a livello di packaging RomaToday ha portato delle innovazioni, non ne ha portata neppure mezza a livello di contenuti. Articoli piatti, rare opinioni, copincollage spinto di comunicati stampa e dispacci di agenzia e, questa la cosa più amara, una posizione troppo spesso schiacciata sul sentire comune, lo stesso sentire comune a causa del quale questa città si trova nelle condizioni che sappiamo: e i parcheggi sotterranei nun ze ponno fa perché crolleno eee palazzine; e le aree pedonali nun ze ponno fa perché poi ndoamettemoamaghina; e le trasformazioni urbane nun ze ponno fa perché è speculazione edilizia; e i vigggili tutto sommato c'hanno ragggione perché magari a colpa è del comandante e così via.
Un approccio tradizionalista e reazionario nel raccontare una città che invece avrebbe bisogno come il pane di una informazione un po' meno politicamente corretta e un po' più aggressiva nei confronti dei vizi che la stanno uccidendo. Nasce una testata solo online, con degli editori indipendenti, e ti auguri che sparigli dibbrutto. E invece l'encefalogramma piatto, che spesso è solo inutile ma talvolta è pure dannoso.
RomaToday, insomma, o per calcolo politico-economico o magari per calcolo meramente numerico (non schierarsi mai e non scontentare nessuno alla fin fine garantisce più pubblico? Garantisce più inserzionisti? Boh, non ne abbiamo idea), non fa opinione manco pagata oro. Zero, niente, flat, kaputt. E a non fare opinione un po' si rosica. Soprattutto si rosica se in giro per la città c'è chi opinione la fa e manco poco come ad esempio noi di Roma fa Schifo che, tra mille errori, centomila cadute di stile e un milione di esagerazioni, apriamo gli occhi ad un numero di romani un filo superiore agli zero cui viene data una svegliata leggendo RomaToday. I ragazzi, alcuni di talento tutti di buona volontà, che fanno RomaToday ogni tanto, giustamente, si stufano di compilare un seppur seguitissimo gazzettino di informazioni locali come se Roma fosse una gigantesca Sondrio e allora alzano il capino senza però averne del tutto la struttura.
Ultimamente, sempre più di frequente, alzano il capino proprio contro di noi colpevoli non solo di fare opinione a fronte della loro non capacità (o più probabilmente non volontà editoriale) a farne, ma di farla senza essere nulla, senza avere neppure cinquanta centesimi di euro di sostegno, senza avere una redazione, senza pubblicità, senza investimenti, senza staff, senza avere un editore, senza avere manco mezzo stipendio. Nulla. Eppure è trecentomila volte più facile trovare un romano che si è fatto un'idea di città perché "lo leggevo ieri su Roma fa Schifo" piuttosto che perché "lo leggevo ieri su RomaToday". Non che l'idea di città che diamo noi sia giusta, non che il modo con cui somministriamo la nostra idea di città sia corretto e acconcio, ma per lo meno non ci proponiamo di addormentare i cervelli come fa la stampa tradizionale, piuttosto il contrario. Perlomeno, insomma, ci proviamo. Peraltro non guadagnandoci un fico secco, anzi spendendo purtroppo di avvocati visto che ogni tanto arrivano dei personaggi che, per intimidire, querelano.
Ad esempio se un gruppo di 100 persone chiede la pedonalizzazione di Via Urbana e un gruppo di 3 persone chiede che vengano garantiti i loro posti auto (peraltro para abusivi) sotto le finestre, noi non ci vergogniamo mica a parteggiare per i primi, RomaToday no, manco fosse una copia del Messaggero del 1975, mette sullo stesso piano chi vuole vivibilità e chiede progetti europei con chi è rimasto fermo a 40 anni fa. Una grande responsabilità per una testata così tanto seguita. Proprio in quella circostanza, in una conversazione privata, facemmo l'imperdonabile errore di dare della "stronxa" ad una collaboratrice della testata che effettivamente si era comportata da "stronxa". Apriti cielo. Oltre che non interessati a proporre quel giornalismo d'opinione oggi indispensabile alla città, i ragazzi di RomaToday dimostrarono di avere un altro difetto ancor peggiore: la permalosità.
Da quel momento, per aver fatto volare un semplice "stronxa" peraltro meritatissimo, rapporti civili e cordiali tra le due testate (non si contano la quantità di dichiarazioni che negli anni rilasciammo alla testata), diventarono freddi e inesistenti. Poi si passò agli attacchetti personali fino a scadere, come quest'oggi, alle punzecchiature alla matriciana.
Il rimprovero che RomaToday ci fa oggi è di aver alzato la canizza (ci "rimproverarono" qualche giorno fa anche di essere stati noi ad aver fatto cacciare i risciò; peccato che sia un merito, mica una colpa) contro gli orari della metropolitana essendo arrivati in ritardo. In questo articolo l'indiziato è questo nostro post colpevole (oltre di essere stato visualizzato da 150mila persone...) di aver denunciato troppo tardi lo scandalo degli orari della metro decisi da Atac. "La decisione era stata divulgata cinque giorni prima ed era la stessa degli anni passati" dice RomaToday "allora perché cadere dalle nuvole?".
Per carità, in parte è giusto e condivisibile. Avremmo potuto accorgercene prima e denunciare qualche giorno avanti la cosa. Il problema però è che con tutti i nostri ritardi siamo comunque stati i primi a farlo, prima di tutti i quotidiani e prima di RomaToday che ha parlato della faccenda solo per redarguire chi l'aveva denunciata, seppur tardivamente.Insomma è meglio cadere dalle nuvole o è meglio restarci vita natural durante?
Noi siamo dei semplici cittadini, non dei giornalisti pagati per produrre contenuti, facciamo tutt'altro nella vita e ci siamo accorti degli assurdi orari della metro il giorno stesso in cui si sono manifestati, quando abbiamo avuto concreto bisogno di usarla quella metro. Se bisognava svegliarsi prima, perché nessun giornale l'ha fatto?
RomaToday dice: "questo orario era in vigore anche con le precedenti amministrazioni, perché vi sorprendete?". Già, ma perché non controllare meglio? Lo scorso anno, quando c'era Marino (quante volte siamo stati semplicisticamente accusati di sostenerlo acriticamente?), facemmo un lavoro ancor più accurato - sebbene ancor più tardivo, visto che uscì il giorno di Santo Stefano - che potete leggere a questo link. Dunque si può dire che invece che in ritardo di qualche giorno eravamo in anticipo di un anno intero?
Lavori di inchiesta come questo qua sopra sulla questione dei trasporti pubblici (e sulle tante altre questioni che rappresentano i cancri di questa città) ci aspettiamo di leggere nel 2016 su RomaToday. Con la promessa di dar loro visibilità e rilancio sui nostri mezzi. Fino a quel momento la gente continuerà a leggere la testata, ma a farsi un'opinione altrove visto che è di gran lunga meglio sollecitare i cervelli dei propri lettori con qualche giorno di ritardo piuttosto che non farlo affatto.
Ovviamente l'auspicio di un cambio radicale di linea editoriale vale per tutti gli organi di informazione della città (ultimamente qualche bel segnale arriva dal Corriere della Sera, coltiviamolo!), il problema non è di certo solo RomaToday. RomaToday ha solo la colpa - e scusate se è poco - di essersi accodato ad un andazzo colpevole tuttavia iniziato e alimentato da altri (ciò che è stata capace di fare Repubblica durante l'epilogo della consiliatura Marino è roba da corso di giornalismo, come esempio negativo ovviamente). Ma la consapevolezza che Roma è ridotta come è ridotta anche a causa di una informazione cittadina da quarto mondo deve essere diffusa e, sfortunatamente, viene confermata ogni giorno. Speriamo in una svolta per il nuovo anno.