Tutto questo potrebbe tranquillamente e senza timor d'errore essere annoverato sotto la voce "Tentativo di suicidio".Io l'ho fatto. E ancora devo riprendermi. Che botta.
Vi spiego perchè, secondo me, tutto questo è da evitare. Prendetelo come un consiglio, da amica. Analizziamo le voci una per unaAndare da Ikea. Senza ombra di dubbio posso affermare la seguente equazione: Ikea stà alla famiglia così come il panda sta al WWF. Ikea è family correct. Ikea è dove nasce e si diffonde il concetto di famiglia. E' studiata per accoglierla, coccolarla, farla sentire a suo agio. Ikea è subdola, ti insinua il bisogno, ti istiga a metter su famiglia, pure se non ne volevi sapere. Un giorno ti ritrovi a convivere con lui e a proggettare una famiglia, rigorosamente da Ikea e non sai neanche com'è sucecsso. Ci sono i divani apposta. O gli angoli con le tazze del tè e tutto il resto. Così tu ti fermi, con Lui, e pianifichi e razionalizzi il vostro futuro. Insieme. Tant'è che se ti stai facendo una storia con un tipo che ti piace, ma non sei così sicura che sia l'uomo della tua vita, ma sei in quella fase che chissenefrega e te la vuoi solo spassare allegramente e il tipo in questione disgraziatamente nomina le seguenti parole -mi accompagni da Ikea a scegliere...- tu sai con scientifica certezza che lo scopo è uno solo. Legarti a lui. Già ti vede moglie e madre dei suoi 4 figli. Perchè è così. Ikea è il regno indiscusso delle famiglie, il santuario, il tempio dove si celebra la dea Fertilia. Tutti i giorni, dalle 9:00 alle 22:oo. Ma sopratutto la domenica. E qui venniamo al punto 2Mai di domenica. A meno che non vuoi unirti al sucidio collettivo di massa e consacrare il tuo. Sgomiterai per muoverti. Stirerai il collo per arrivare a vedere oltre la tua testa e puntualmente e inesorabilemnte ti scontrerai con "Loro". Non ci sarà modo di evitarle perchè se già di solito le attrai come un magnete, và da se che di domenica le probabilità che accada aumenteranno esponenzialmente.
Quando la tempesta ormonale è in atto.
Perchè ovunque ti girerai "Loro" saranno tutt'intorno a te, milioni di pance di tutte le taglie: XS (perchè il tuo occhio clinico è allenato e vede anche quelle mini, quando ancora manco loro sanno di essere incinte), S, M, L, XL, XXL. E tu lì che ti guardi la tua, di pancia, gonfia per il panzerotto (perchè sei fissata!) Ikea e le patatine svedesi che ti sei starfogata pocanzi per disperazione e. vorresti. semplicemente. sparire. Ma non puoi. E smetti di sorridere. "Loro", invece, continueranno a farlo anche dopo essersi ingozzate 5 menù Ikea.
Fermarsi nel reparto "Ikea dei piccoli".A meno che tu non sia una masochista convinta. Allora è il posto che fa per te. Altrimenti non lo fare. Amica dammi retta. Lascia stare. Ribadisco il concetto solo perchè anche se l'affermazione è quantomeno ovvia e scontata, altrettanto ovvia sarà la tentazione invincibile che ti prenderà di andare a curiosare, per sognare, fantasticare con Lui, partire in quarta per un viaggio astrale nel quale sei già madre e ti stai scarrozzando il nano. Ma ogni sogno ha un termine e dal suddetto tornerai, puoi starne certa, distrutta, spaesata, vagamente depressa e con le sinapsi irrimediabilmente compromesse.Prendi me. Sapientemente ho baipassato il reparto maledetto. Ero lì che giravo nel reparto bagni. Un reparto innocuo, per questo ero spavalda e impavida nell'esplorare gli spazi. Mai abbassare la guardia quando sei da Ikea. Basta un'attimo di imprudenza e ZAC! Ti ritrovi catapultata nel bel mondo dorato e carammellato di un neonato. Sei nel suo mondo. Un incubo in 3D, tremendamente reale. La riproduzione fedelissssima della sua cameretta, perfetta in ogni dettaglio. Fasciatoio compreso. E ci vuole niente a vederselo lì sdraiato, il pupo, pronto da cambiare, che ti sorride inebetito. Ti volti inorridita e ti aspetta il lettino. Con la zanzariera. E tutt'intorno colori e giochini e ninnoli. E porca. E troia. Ma se proprio non potete evitarlo, conscie della trincea che vi aspetta andate con le idee chiare. Determinate. Rapide. Non temporeggiate, andate dritte alla meta. E via. Prevedete per l'after Ikea un momento piacevole, una zona di decompressione, chiamiamola così. Un'aperitivo. Un vagone di cioccolato. Un salto nel vostro negozietto preferito per un regalino compensatorio. Scegliete voi. Ma non sottovalutate il nemico. Mai.