Ahinoi stiamo vivendo altri giorni di clima piuttosto plumbeo, non con temperature rigide, che perň fa sicuramente venire voglia di una bella scossa. Cosě siamo alle solite, oramai abbiamo giŕ vagliato il meglio dell’horror in circolazione e la stagione sta volgendo al termine, sono quindi rimaste solo le “raritŕ” che, purtroppo, spesso nascondono delle sňle pazzesche. Per fortuna A., anche questa settimana, ci aiuta a riconoscere pellicole che non sarebbero adatte ai nostri scopi
V.
(Horror) La creatura dei ghiacci
Non fatevi fuorviare dalla lettura dei titoli di testa, la presenza di Val Kilmer in tutto si riduce ad un passaggio di 15/20 minuti al massimo! Il film č l’ennesimo horror con una trama che abbiamo visto tante e troppe volte.
Storia di un gruppo di studenti che durante una spedizione si trovano dover fronteggiare dei misteriosi parassiti. Ovviamente dovranno cercare di sopravvivere e nel fare ciň svilupperanno paura nei confronti l’uno dell’altro.
I personaggi fanno cose stupide e la protagonista risulta cosě irritante da rendere faticosa (quasi impossibile) l’immedesimazione delle spettatore.
Prodotto di ordinaria (scarsa) amministrazione. Unica nota positiva č il discorso finale pseudo-ecologista ma, purtroppo, č anch’esso pasticciato e raffazzonato per creare un finale credibile e di vero impatto.
(Thriller/horror) Deadline
Ecco un film con due attrici del genere “belle e dannate” di Hollywood che, per motivi diversi, non sono riuscite a sfondare nello star system, forse perché troppo legate ai loro personaggi borderline?
Parliamo di Thora Birch, sconvolgente in “the Hole” e bravissima in “American Beauty”, ma che si fatica a ricordare in altre pellicole. L’altra attrice č Brittany Murphy, deceduta in “circostanze misteriose” a Natale di due anni fa. Quest’ultima, che ammetto mi affascinasse in modo particolare, riusciva ad interpretare bene sia personaggi da commedie romantiche come “Le ragazze dei quartieri alti” o “Tutte le ex del mio ragazzo” che ruoli tormentati come in “8 mile” e “Don’t say a word” (ma sapeva essere anche molto sexy, ad esempio in “Sin City”).
Mi son dilungato a rammentarvi queste attrici per non soffermarmi troppo sul film che non offre, a livello di trama, molto di piů dei soliti thriller/horror, e che in questo caso vira pure molto sul drammatico (!). E’ la storia di una scrittrice (B. Murphy) che cerca un po’ di pace e si rifugia nella solita casa isolata. Inizierŕ a sentire strani rumori sino a quando non arriverŕ a scoprire un terribile segreto in soffitta.
Grazie al cielo quello che manca nella trama viene recuperato con la messa in scena: molta atmosfera, grandi attese, scricchiolii a non finire (che fan tanto old style), assenza di splatter e qualche spavento rendono il film piacevole. Triste destino per ciň che poteva essere ricordato come una buona prova da protagonista delle Murphy, e che rimarrŕ invece nella memoria collettiva come la pellicola la cui locandina č stata censurata perché ritraeva la protagonista nello stesso modo in cui č morta l’attrice che la impersonava.
Articolo redatto il 27 marzo 2011 da A. con editing a cura di V.