Consigli per la scrittura di Laura Gay: Lezione #11 - LE CINQUE FASI DI ELABORAZIONE DEL DOLORE
I personaggi secondari sono impartanti. Bisogna caratterizzarli anche quando appaiono per poco. Come farlo in modo efficace senza appesantire la narrazione? Ve lo spiega Laura Gay nella nuova lezione di scrittura creativa!
Lezione 12
Parliamo ancora di personaggi. Stavolta di quelli secondari. Lo so, lo so… ne avrete le scatole piene e probabilmente starete pensando che sia stato già detto tutto sull’argomento. Ma se i personaggi sono l’anima di un romanzo, meglio non lasciarsi sfuggire nulla che li riguardi.Partiamo con una domanda: a cosa servono i personaggi secondari? Qualcuno penserà che il loro scopo sia unicamente quello di fare da spalla a quelli principali. Insomma, se è stato detto che fornire spiegazioni durante la narrazione è vietato, se non in rari casi, come faremo a far sapere ai nostri lettori determinate cose che riguardano i nostri protagonisti? È presto detto: creiamo un personaggio che faccia loro da spalla, a cui possano confidare tutti i loro segreti e i loro pensieri, aiutandoci a fornire a chi ci legge tutte quelle informazioni che altrimenti sarebbe troppo noioso raccontare loro. Come? Attraverso i dialoghi.Fin qui è tutto chiaro. Ma le figure secondarie servono solo a questo? Un’altra loro funzione potrebbe essere quella di accompagnare il personaggio principale nelle sue vicissitudini, sostenendolo e incoraggiandolo. Perché no? Oppure possono avere la funzione di far brillare ancora di più il nostro protagonista. Per esempio, se la mia eroina ha al suo fianco un’amica un po’ superficiale e sciocca, mentre lei è brillante e intelligente, verrà da sé che dal loro interagire otterremo lo scopo di far apprezzare di più al lettore la protagonista. Non è un espediente dei più lodevoli, ma funziona.Tuttavia, relegare un personaggio principale solo al ruolo di spalla o di confidente è un po’ riduttivo. In realtà il suo ruolo è molto più ricco ed è giusto che l’autore conceda loro la giusta importanza. Come? Per esempio caratterizzandoli a sufficienza. Fornendo loro una personalità specifica, un loro scopo, invece che attribuire loro solo una funzione di appoggio. Questo particolare non farà che arricchire la nostra storia, fornendole quel pizzico di sale in più.Ma quanto è giusto caratterizzare un personaggio secondario? Teniamo conto del fatto che il lettore tende a dimenticarli, prestando tutta la sua attenzione ai protagonisti. Quindi, è necessario fare in modo che si distinguano in qualche modo. Magari rendendoli arguti, interessanti, spiritosi. O fornendo loro un difetto ridicolo, una qualsiasi particolarità.L’ideale sarebbe quello di tratteggiarli al punto che suscitino la giusta attenzione, senza però rubare la scena al personaggio principale. E non è così facile. A me talvolta capita di creare delle figure secondarie che piacciono più della coppia protagonista. Come nel mio ultimo romanzo, “La dama misteriosa”. Mi sono sentita dire da più lettrici quanto la storia d’amore tra Cecile e Roger le abbia appassionate, al punto da gettare un’ombra su Jonathan e Julia. Il che mi ha dato da pensare: forse ho tratteggiato i personaggi secondari in modo troppo particolareggiato, al punto da farli diventare dei co-primari.Nessun problema se il romanzo fila ugualmente. Tuttavia, andrebbe evitato.Insomma, è giusto che anche i secondari abbiano una loro storia, che inseguano i loro obiettivi e nel farlo interagiscano coi protagonisti, creando conflitti o rendendo la trama più vivace e interessante. Però non dobbiamo dimenticare che sono personaggi secondari. E poiché anche per i secondari, come per i personaggi principali, c’è il rischio di incorrere in cliché e stereotipi, l’ideale sarebbe quello di ispirarsi a persone vere per delinearne le caratteristiche.Sono stata sufficientemente chiara? Avete domande? Come al solito lasciate un commento se desiderate che vi sia chiarito qualche punto.
NB.: Se avete delle domande commentate la Lezione e Laura vi darà delucidazioni! Lezioni:Lezione 1: La grammatica
Lezione 2: L'infodumpLezione 3: Lo Show don't tellLezione 4: Le descrizioni
Lezione 5: Il punto di vistaLezione 6: Ritmo e velocitàLezione 7: Rallentare il ritmoLezione 8: I personaggi Lezione 9: Scheda del personaggioLezione 10: L'arco di trasformazione dei personaggi
Lezione 11: Le cinque fasi di elaborazione del dolore
Lezione 12: I PERSONAGGI SECONDARI
+ a seguire
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