Consigliere comunale di Romanengo dichiara sul sito del Comune di avere tre figli, ma uno è in affido. Genitori naturali dimenticati

Creato il 28 dicembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Francesco Grechi, sposato con Evi con cui ha la gioia di avere tre figli. Svolge la professione di ottico, ha una laurea (nel cassetto) in Scienze Politiche e la passione per la corsa campestre.

Dal 2009 è Presidente della Commissione Ambiente e territorio.Dal 2010 è capogruppo di maggioranza della lista “Unione democratica per Romanengo”.

Da quel che risulta i figli di Francesco Grechi non sono tre ma due. Perché allora nel sito del Comune di Romanengo ne indica tre? All’anagrafe risulta tuttavia una situazione diversa. Basta vedere un certificato di nascita, o uno stato di famiglia precedente l’affido. Si tratta appunto di un caso di affido familiare di cui Francesco Grechi non dà indicazione. Chissà che cosa provano i genitori naturali leggendo quella semplice frase. La comunicazione di Francesco Grechi è pubblica, visibile da tutti cliccando qui. Il Grechi per alcuni anni ha certo aiutato il minore affidato alla sua famiglia, non se ne può negare il merito: stiamo indicando una curiosa dichiarazione non un reato. Ma quanti anni deve durare un affido, rinnovabile ogni due anni? La decisione è presa di volta in volta.

Questo però è solo un caso. Un indicatore di un problema diffuso, ed è questo che ci interessa.

Se tuo figlio viene dato in affido a una famiglia “per bene”, rischi non riaverlo dopo i due anni del primo affido: passano gli anni, non solo due che sarebbe un dato indicativamente alto secondo le norme, ma anche quattro, sei, persino di più, e  i figli non tornano. Mamme e papà (spesso separati in questi casi) vengono a sapere che i figli sono stati dati in affido – sarà  un caso – a famiglie decisamente benestanti, in alcuni casi in buoni rapporti con la pubblica amministrazione per altri motivi, non solo per il legame con i servizi sociali. Anche uomini politici ottengono figli in affido, anche più di uno.

La situazione dei genitori naturali può anche migliorare. Possono anche uscire dallo stato di grave difficoltà in cui sono caduti. Tornare a lavorare.

Non che sia vietato, la legge consente, il tribunale decide, ma l’applicazione delle norme fa dubitare, da quel che veniamo a sapere. Parliamo del Cremonese ma anche del Cremasco. Si può fare ricorso, eppure la situazione è complicata: fa testo la relazione dei servizi sociali. E il ruolo della politica appare troppo forte, anche se tocca a professionisti, non ad assessori, scrivere le relazioni. L’assessore però dà gli indirizzi.

E’ proprio giusto ricorrere agli affidi in modo così massiccio?

L’articolo uscito ieri su La Provincia, firmato da Stefano Sagrestano e in apertura della cronaca di Crema, parla di un aumento di affidi fra 2011 e 2012: da 82 a 111. L’aumento è del 35%, d’accordo. L’articolo espone un quadro della situazione attuale. Emerge un problema economico serio: gli affidi oltretutto costano troppo. Ogni famiglia affidataria riceve circa mille euro per il mantenimento del minore.

A margine, occorre notare che c’è l’altro lato della medaglia. Quei 111 bambini provengono da famiglie già in grandi difficoltà. L’affido però in alcuni casi si protrae per quattro o sei anni, anche più. Con costi pesanti per la pubblica amministrazione e risvolti familiari drammatici. Non riesce a far niente di meglio la politica? Se una famiglia è felice di avere un figlio in affido, un’altra soffre perché lo vede di rado e non sa quando lo riavrà.

Capita anche che due fratelli siano dati in affido a due famiglie diverse. Non è strano? Non vale la pena di ripensarci sopra?