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Consiglio d'europa: si avvicina l'esame dei rapporti marty e gardetto

Creato il 18 gennaio 2011 da Pasudest
A fine gennaio l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa esaminerà e voterà il rapporto di Dick Marty sul presunto traffico di organi umani in Kosovo e successivamente si occuperà del rapporto sulla protezione dei testimoni nei Balcani redatto dal deputato di Monaco Jean Charles Gardetto secondo il quale in tutti i paesi dell'ex Jugoslavia i testimoni non sono abbastanza protetti soprattutto in Kosovo dove sono maggiormente minacciati.
Sul tema, qui di seguito, la corrispondenza di Marina Szikora per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda sabato 15 gennaio a Radio Radicale.
Il rapporto di Dick Marty sul traffico di organi umani in Kosovo verra' esaminato a fine gennaio e successivamente l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa votera' anche il rapporto sulla protezione dei testimoni nei Balcani. Il deputato di Monaco ed autore di questo rapporto, Jean Charles Gardetto ritiene che in tutti i paesi dell'ex Jugoslavia i testimoni sono insufficentemente protetti e per di piu', che sono maggiormente minacciati in Kosovo. Nel suo rapporto si dice anche che in Kosovo non esiste nemmeno la legge sulla protezione dei testimoni che vengono perfino uccisi. Come ammesso anche dalle autorita' kosovare, non ci sono ne' avvocati, ne' procuratori ne' giudici che accetterebbero di partecipare nei processi per i crimini di guerra e sulla criminalita' organizzata. L'autore del rapporto sulla protezione dei testimoni nei Balcani in una intervista per la BBC, informa la B92serba, ha detto che le affermazioni contenenti nel Rapporto di Dick Marty sono degne di fiducia e che l'Eulex sia in grado di indagare su quanto indicato nel rapporto ma si tratta in questo caso anche di una decisione politica. Gardetto ha sottolineato che nei Balcani, secondo la sua opinione, non vi e' uno stato perfetto quando si tratta della protezione dei testimoni anche se si puo' dire che la Croazia in questo contesto e' il paese piu' avanzato, mentre la situazione in Kosovo, a tal proposito, e' la piu' grave. Questo, secondo il relatore, e' perche "da una parte non esistono leggi adeguate che acconsentirebbero la protezione dei testimoni. Esiste soltanto la regolamentazione dell'UNMIK che acconesntisce l'attuazione di certe misure, ma e' comunque tutto molto superficiale". Per quanto riguarda l'Eulex, esso lavora in modo professionale ma con mezzi a disposizione. Sono necessarie piu' persone il che renderebbe possibile una migliore protezione dei testimoni, soprattutto quando si tratta di casi in cui per proteggere i testimoni e' necessario trasferire intere famiglie dal Kosovo che di solito sono molto numerose. Nel suo rapporto, Jean Charles Gardetto ha valutato che in Kosovo la situazione e' talmente grave che le autorita' ammettono apertamente che in certi casi sensibili relativi alle accuse per crimini di guerra e' impossibile trovare giudici, procuratori e avvocati. Il Kosovo e' il paese in cui lo stato di diritto e ancora molto debole. Per questo motivo, e' dell'opinione il relatore, "sarebbe utile che le competenze vengano trasferite alla giustizia internazionale o alle corti miste composte da giudici stranieri e locali". Per quanto riguarda il relatore Dick Marty, Gardetto afferma che e' un membro prominente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, conosciuto per la sua serieta' ed onesta' intelettuale. Si tratta del membro dell'Assemblea che aveva gia' firmato rapporti estremamente delicati come il rapporto sulle prigioni segrete ed illegali della CIA americana in Europa e sul trasferimento illegale dei prigionieri da parte delle autorita' americane. Per questo, Gardetto e' convinto che il documento di Marty e' degno di fiducia. Ma cercare una prova assoluta, afferma, significa in effetti cercare qualcosa che per il relatore e' impossibile ed e' un modo per tentare di svalorizzare il lavoro del relatore parlamentare. Il suo ruolo invece e' quello di formare la sua opinione in base a degli elementi comuni e poi di mandare un messaggio politico indicando che vi sono prove per identificare l'esistenza del problema. Spetta poi agli organi giudiziari, sia nazionali che internazionali di svolgere il loro lavoro, sottolinea Gardetto nell'intervista alla BBC.
  

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