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Consolata Day da Bunju (Tanzania) p.Giuseppe Inverardi (IMC)

Creato il 01 luglio 2015 da Marianna06

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La Consolata non si sara’ offesa se al Consolata Mission Centre, Bunju, la sua festa era programmata per sabato 27 giugno, invece che il giorno 20, data ufficiale in cui onorarla con devozione e amore e implorare la piogga delle sue consolazioni.  A dire il vero dovrei dire ‘consolazione’ perche’ lei e’ la madre della ‘vera consolazione’, il Cristo Signore.  Ma nell’asprezza della vita, nelle malattie, nei drammi del cuore e dello spirito, nelle difficolta’ personali e familiari noi supplichiamo la sua presenza di conforto di aiuto.  Fu creata per questo!  Dalla croce ci fu donata per questo.  Madre che entra nella fede, nel cuore, e nella vita di Giovanni e di tutti i discepoli di Gesu’.  Fu madre attenta a Cana perche’ due giovani sposi non fossero svergognati e la festa continuasse.  Sara’ madre consolatrice nei giorni oscuri prima di Pentecoste.  Paurosi, tutti attorno a lei, vincolo di comunione.  Tutti con lei in preghiera, in attesa del Consolatore.

La Consolata!  Nome che trova un’eco singolare nella fede e nel cuore di molti.  L’abbiamo constatato il giorno 27 giugno.  La data era stata programmata come ‘Consolata Day’ per i giovani.  E fondamentalmente fu cosi’.  Ma allo spargersi della notizia molti chiesero di parteciparvi.  Per cui invece dei 250 previsti erano circa 450.  O 480, come qualcuno dice di averli contati.  E sarebbero stati molti di piu’ se si fossero accolte le richieste pervenute.  Ma un limite era necessario, perche’ la giornata prevedeva colazione all’inizio e pranzo alla fine, e le nostre forze – in tutti i sensi – sono limitate.  Il contributo richiesto era minimo.

La giornata aveva un distintivo: una maglietta preparata appositamente, con il logo della Consolata.  Sorpresa!  La maglietta piacque cosi’ tanto che continuano a pervenire richieste.  E difatti si provvedera’ a ordinarne una consistente quantita’  Il logo della Consolata sul cuore! La Consolata nel cuore!

La giornata prevedeva due riflessioni: una sulla Consolata, e l’altra su Sr. Irene, proclamata Beata il 23 maggio.  Donna che ha vissuto in pienezza la vocazione missionaria in consonanza con il nome Consolata.  Difatti i cristiani di Gikondi, Kenya, la chiamavano con l’appellativo ‘Nyaatha.’  Traduci: mamma misericordia.  Non e’ Maria mater misericordiae? Secondo il carisma e lo spirito del Beato Allamano, Sr. Irene copio’ la Consolata: fu madre e sorella a molti.  E con amore eroico semino’ consolazione ovunque: ospedali e villaggi, in Kenya e in Tanzania.  Non insegno’, visse.  Non fu maestra, ma testimone.  Continua ad esserlo, perche’  i santi, come gli eroi, non muiono.

Dopo le molto apprezzate riflessioni la Consolata fu lodata, amata, pregata.  Ed eventi della vita di Sr. Irene furono narrati in vari modi: poesie, canti, bozzetti, musica.  Una banda rallegrava e dava voce alla gioia di tutti.

Segui’ l’Eucaristia, celebrata con percettibile ‘feeling.’  All’offertorio furono portati doni simbolo:

-   L’immagine della Consolata: la vera protagonista del giorno

-   Il quadro del Beato Allamano: tesoriere – cosi’ si considerava – delle sua consolazione e delle sue grazie.

-   La Bibbia: Parola da proclamare a tutti i popoli e a tutte le nazioni

-   Pane e vino: da trasformarsi in Eucaristia, forza per la missione

-   Un paio di sandali e un bastone: simboli del pellegrinare missionario nel mondo

-   Frutta e verdura: prodotti del lavoro e della fatica dell’uomo.  Anche l’evangelizzazione e’ fatica!

La gioia di famiglia – la famiglia estesa della Consolata – non poteva non essere nutrita dal pranzo finale, secondo il rito della feste.  Due cose non potevano mancare: il pilau, e una soda.  I poveri si nutrono di semplicita’!

Poi, ricolmi di gioia e gratitudine, tutti a casa, ma con nostalgia.  L’addio e’ un arrivederci.  Arrivederci il prossimo anno.  Intanto la festa e’ viatico per il cammino. 

Vera consolazione e’ la gioia.

    

                                   P. Giuseppe Inverardi (IMC)

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                        a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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Da Marianna Micheluzzi
Inviato il 03 luglio a 07:04

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