La Fiat discrimina i lavoratori iscritti alla CGIL nonostante rappresentino la maggioranza dei lavoratori. A questo siamo arrivati. Le stesse cose avvenivano quando l'avventura sindacale era alle sue origini. Forse sarebbe utile far riflettere su questo "sindacalisti" lungimiranti come Angeletti e Bonanni.
Adesso si pone un problema etico in relazione al consumo responsabile, quello che si chiama consumerismo. Se un italiano dovesse acquistare un'auto nuova dovrebbe comprare una Fiat per aiutare la fabbrica a mantenere i suoi lavoratori o un'altra marca per punire le politiche del lavoro della Fiat?
Pensateci bene è un dilemma senza soluzione certa per ogni singolo individuo. Diverso sarebbe il discorso di una qualche associazione di automobilisti o di consumatori che ponesse le condizioni di promozione - o di scoraggiamento - per l'acquisto di una marca al rispetto di certi parametri sociali e ambientali.
Questo dovrebbe essere il ruolo delle cosiddette associazioni consumatori che invece di essere degli istituti di consulenza legale dovrebbero avere l'ambizione di farsi soggetti politici attivi (attori della polis - che di politicanti ne abbiamo già tanti). Queste associazioni dovrebbero agire sulla domanda per indirizzare l'offerta verso una produzione rispettosa dei diritti dei lavoratori e dell'ambiente.
Ma questo forse è chiedere troppo.