Torna a sera il contadino nostrano
dai lavorati campi ingrati.
Ha curva ha la schiena,
sotto il peso del passo.
Il sorriso s’apre
allo sguardo del bimbo sull’uscio
a braccia aperte verso lui tese.
Il calore del desco ristora
le membra stanche
mentre gli occhi accarezzano
la stanza dal povero arredo amato .
Si chiudono infine gli occhi
sulla notte senza sogni,
sul domani che ancora
chiede sforzo duro
e sul tempo che invoca
qualche rosea certezza,
a conforto di fede
che pure forte sostiene
l’andare del suo duro giorno.
Poesia candidata al Premio internazionale di poesia Piccapane