Contagious: Epidemia mortale (USA, Svizzera 2015) Titolo originale: Maggie Regia: Henry Hobson Sceneggiatura: John Scott 3 Cast: Abigail Breslin, Arnold Schwarzenegger, Joely Richardson, Raeden Greer, Bryce Romero Genere: mortale Se ti piace guarda anche: In the Flesh, The Walking Dead, Life After Beth
Finalmente Arnold Schwarzenegger ha azzeccato il ruolo giusto: gli fanno fare lo zombie. No? Come, no? È il padre di una ragazza zombie, ma lui recita la parte dell'essere umano al 100%? Allora non ci siamo. Non ci siamo proprio. Il film Contagious: Epidemia mortale è infatti tutto così: è uno zombie che cerca di essere umano, solo che non ci riesce. Manco lontanamente. Arnold Schwarzenegger se la cava bene solo quando fa la parte della statua. Ecco. Non l'attore, né tanto meno il governatore. Quello è il suo lavoro ideale: la statua di cera.
Un'altra professione che potrebbe fare è la stessa cui si è dedicato Gianni Morandi: quella di commentatore sui social network.
Meglio si dedichi a questi mestieri, visto che ormai persino nella parte dello Schwarzenegger c'è chi riesce a fare meglio di lui. Jake Gyllenhaal, Emilia Clarke, Cara Delevingne e Tinie Tempah, per esempio...
Purtroppo, Arnold Schwarzenegger ogni tanto si crede di essere anche un attore e in Contagious: Epidemia mortale pretende pure di fare l'attore serio. Nella drammatica parte del padre con la figlia che si sta per tramutare in una zombie, tiene per tutto il tempo la faccia da cane bastonato. Il fatto di essere un attore cane non lo rende però credibile come cane bastonato. Non è mica Carey Mulligan.
Arnold Schwarzenegger è un problema grosso e muscoloso, ma non è l'unico della pellicola, intitolata in originale Maggie e tramutata da noi non in zombie, ma in qualcosa di peggio: Contagious: Epidemia mortale. A questo punto uno si immagina una pellicola post-apocalittica piena d'azione con Schwarzy impegnato in sparatorie e inseguimenti al cardiopalma. Così non è e per me sarebbe solo un bene. Peccato che il film sia qualcosa di ancora peggio... UNA PALLA ALLUCINANTE FINTO AUTORIALE.
"Ma dai...
ti sei addormentata pure tu?"
Contagious: Epidemia mortale sembra la versione noiosa di un episodio noioso di The Walking Dead, ovvero un episodio qualunque di The Walking Dead. A differenza della serie tv, in cui di solito in una puntata non succede un bel nulla di niente per 50 minuti, e poi negli ultimi 2 c'è magari un mezzo colpo di scena, qui manco quello. Ci sono solo 90 minuti di attesa, aspettando che capiti qualcosa e poi quando succede finalmente qualcosa...
ATTENZIONE SPOILER Il film ci regala uno dei finali più idioti nella Storia del Cinema. Una ragazza zombie la fa finita buttandosi dal tetto di una cascina?!?
Chi glielo spiega che una caduta di pochi metri a uno zombie non fa manco un graffio e dopo pochi istanti può rialzarsi e riprendere la sua non-vita come prima? FINE SPOILER
Vogliamo essere buoni e salvare qualcosa, giusto per non apparire i soliti blogger faziosi che partono con i pregiudizi nei confronti di Arnold Schwarzenegger e delle storie di zombie che oramai hanno entrambi rotto gli zebedei? A livello estetico la fotografia non è malaccio, per quanto appaia giusto come la brutta copia di un film a caso di Terrence Malick. L'interpretazione di Abigail Breslin nei panni della ragazzetta che sta per trasformarsi non in una donna ma in una zombie non è poi del tutto da buttare, sebbene la sceneggiatura non la aiuti di certo, visto che i dialoghi sono banalissimi e, soprattutto, manca quasi del tutto quel rapporto che dovrebbe essere la chiave dell'intero film: il rapporto con il padre. A parte un paio di scene, una ruffianissima in cui ricordano la madre scomparsa di lei e un'altra in cui Schwarzy fa il buffone a pranzo, non è che tra loro ci sia tutta questa interazione che potrebbe portare a empatizzare con loro. Questo film è freddo come uno zombie.
"Scommetto che questo sguardo perso nel vuoto l'hai imparato da Schwarzy, vero?"
Il pregio principale è allora paradossalmente anche ciò che più lo affossa. L'unica idea originale di questo ennesimo zombie-movie non troppo lontano dalle atmosfere della serie inglese In the Flesh è che la trasformazione da vivente a non-vivente avviene in maniera lenta e graduale, al contrario di molti film e telefilm in cui è più veloce e repentina. Uno spunto che non sarebbe malvagio, se solo fosse stato supportato da una sceneggiatura un minimo decente. Con quella che si ritrova, il film è proprio come la trasformazione della ragazza in zombie: una lunga, estenuante agonia. (voto 4,5/10)