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Contaminated Dub

Creato il 27 giugno 2010 da Quellochesento

GonjasufiNon sono affascinato dal misticismo e dall’esoterismo. Non sopporto molto neanche gli sballatoni tutti dread e ganja. Tantomeno quelli che vivono isolati ai bordi del deserto del Mojave a caccia di peyote. Queste cose hanno il sapore di un’ortodossia e di una rigidezza lontana da me. Insomma mi sono sorpreso molto quando le mie orecchie mi hanno portato al cospetto di Gonjasufi, un nome repellente che è tutto un programma. Le mie orecchie, vi dicevo, mi hanno condotto fino a lui e ne sono rimasto affascinato perché l’album del maestro di yoga Sumach Valentine, alias Gonjasufi appunto, dal titolo A sufi and a killer, è una delle cose più belle uscite nel 2010. Gonjasufi ha un anima blues ricoperta dai più svariati strati musicali, presi da epoche e da posti diversi. Gongjasufi ha una voce dalle infinite coloriture,  a metà tra Screamin’ Jay Hawkins e Horace Handy ma con la gola abrasa dall’abuso.

Vi propongo, per inizairvi a questa religione, il pezzo più dub dell’album:  Kobwebs,  con una batteria blues/progressive, andamento ripetitivo e rituale, sinuoso come una danza derviscia,  che ricorda le bellissime contaminazioni degli ultimi anni di vita di Nusrat Fathe Ali Khan.

WPvideo 1.10

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