Nei giardini pubblici di Meggiano (Umbria) un tronco di cedro del Libano tagliato spunta dal terreno.
Il ceppo è ideale per contare gli anni dell'albero. La superficie rugosa si mostra con tutto il suo corredo di anelli concentrici: uno per ogni dodici mesi, a segnare la lenta crescita della pianta che pian piano si è andata ingrossando sotto la corteccia.
Il ceppo è ciò che resta di un albero antico che fu abbattuto diversi anni fa dopo che i suoi rami si erano seccati irreversibilmente.
Mario, conoscitore dei boschi, insegna a don Giuseppe a passare le dita su ogni piccolo rilievo, a contare partendo dal centro, senza confondersi nel calcolo. Uno, due, tre, venti, ventuno, venti...ricominciamo da capo.
Ogni anello corrisponde a un anno, ogni anello è il racconto della vita del cedro. Anelli stretti per le stagioni siccitose o molto fredde quando la pianta ha stentato a crescere, più larghi quando il giusto equilibrio di sole e umidità hanno favorito la vegetazione e la veloce crescita, anelli falsi che traggono in inganno perché alla fine determinare scientificamente l'età di un albero non è poi così semplice.
C'è chi aggiunge un suo personale segreto: si comincia a contare dal puntino centrale, il midollo, che da solo vale tre anni, e non si considera la corteccia esterna.
Intanto anche i bambini che giocano nel giardinetto con le altalene e lo scivolo imparano i primi passi di questa tecnica dendrocronologica capace di raccontare malattie, incendi, ferite e altri episodi legati alla fase vegetativa. L'albero che ha dato ombra e decoro assolve ancora a una funzione didattica.
A Meggiano, durante l'estate, il tronco mutilo del cedro con il suo calendario all'aperto di compito ne svolge anche un altro. Quattro sedie intorno e diventa un tavolo da gioco, superficie piana per sostenere le calate di briscola e scopa, tressette e centocinquantuno.
Com' è versatile la natura!
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