contemporary - #01 Verona Domus

Creato il 23 settembre 2013 da Luisellazeri @ARCHIzonzo
La nuova mobilità è slow. Il termine Slow ci definisce: ci piace guardare le cose, osservarle da più angolazioni, capirle; per fare questo serve tempo. E lentezza.
Nel momento in cui è nata l’idea di ARCHIzonzo, si è resa necessaria l’adozione di un nuovo mezzo di trasporto che diventasse strumento per attraversare le cose permettendo un contatto diverso con il mondo che ci circonda. La città osservata dalle due ruote di una bicicletta è sempre diversa: ti passa di fianco e ti permette di farsi guardare meglio.

Questo nuovo approccio si è concretizzato solamente nelle ultime settimane, ma ci ha già permesso di fare qualche interessante scoperta lungo il percorso che compiamo ogni giorno. Senza saperlo, ci accorgiamo che l’architettura contemporanea non ci fa l’occhiolino soltanto dalle pagine patinate delle riviste di architettura, ma in qualche intervento è molto più vicina di quello che possiamo pensare. È interessante però rileggere i progetti all’interno del contesto entro il quale si inseriscono, pertanto nasce oggi, con questo nuovo articolo, la rubrica contemporary.
Il tratto di strada che ci troviamo ad affrontare quotidianamente è quello che conduce dal rione Stadio al quartiere Saval. La prima questione da affrontare è scegliere il percorso più adatto alle nostre esigenze, fortunatamente Verona offre ai ciclisti alcune interessanti alternative.
Principalmente ci troviamo a percorrere il tratto di viabilità che da Corso Porta Palio conduce a San Zeno e poi fino al cuore della città, il nostro tragitto devia un po’prima del centro storico, dirigendosi verso la prima periferia di Verona. Lungo questo tratto si costeggiano le antiche strutture difensive della città, i bastioni, passando esternamente alla città storica. Questa parte del percorso è composta da un arteria molto particolare: ampia, fortemente trafficata e con un altissima densità di veicoli in transito. Essa infatti, come una vera e propria circonvallazione, collega molti quartieri residenziali, produttivi e del terziario, permettendo a chi la percorre di non doversi per forza addentrare nel centro cittadino.Le tipologie costruttive e funzionali che si affacciano su questa arteria sono lo specchio dell’altissima eterogeneità di traffico che la percorre. Nell’ordine, e seguendo le indicazioni della mappa che vi alleghiamo qui di seguito si possono trovare:
  1. Nuclei di case popolari. Nel primo tronco di strada incontriamo un agglomerato costituito da edifici a blocco, di altezza abbastanza contenuta. Queste costruzioni sono racchiuse all’interno di un lotto circoscritto da una recinzione e vi trovano luogo le abitazioni dei militari in servizio a Verona. Sono architetture modeste, senza particolari pregi architettonici. Nonostante ciò, è stato portato avanti negli ultimi tempi un lavoro di riqualificazione delle recinzioni, che nel complesso restituisce nuovo ordine al fronte stradale;
  2. Edifici commerciali, anche molto eterogenei fra loro per dimensioni, caratteristiche, aspetto,
  3. Edifici ricettivi,
  4. Edifici quasi industriali - un officina e una concessionaria,
  5. Cortina di edifici Liberty. Gli edifici che compongono questo tratto di strada si differenziano da quelli che li circondano per il valore testimoniale che rappresentano. Sono un insieme di costruzioni a destinazione quasi esclusivamente commerciale/direzionale, che presentano i tratti tipici dell’architettura di fine Ottocento. Il loro valore storico è riconosciuto anche all’interno dello strumento urbanistico del Comune di Verona. Infatti, attraverso il cosiddetto vincolo “Liberty”, si tende alla valorizzazione e conservazione del patrimonio riconducibile a quel determinato periodo.

All’interno di quest’ultimo comparto, trova luogo anche un interessante intervento di recupero portato avanti dallo studio archingegno. Verona Domus è un edificio residenziale/direzionale, che cerca di interagire con la preesistenza storica attraverso un linguaggio contemporaneo. Esso si inserisce in maniera più che corretta all’interno del contesto, riprendendo gli allineamenti circostanti attraverso finestre, balconi e contorni delle aperture. L’attacco a terra inoltre, sottolinea il basamento degli edifici circostanti. Gli elementi nuovi, cercano un certo distacco: il balcone e le aperture dell’attacco a terra, sono stati lasciati crudi, privi di risalto.
Personalmente, al di là del tocco sapiente che si denota in tutto l’intervento, a colpirci è stata la cura del particolare: la ripresa del pluviale per lo scarico delle acque meteoriche, e la soluzione adottata per l’apposizione dei numeri civici.

alcune immagini sono tratte dal sito www.archingegno.info


Passare ogni mattina davanti a questo edificio ci fa ricordare il senso profondo del lavoro che stiamo andando a fare: lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato, nel nostro caso, attraverso l’architettura.

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