Content Strategy, un po’ di pensieri sparsi.
Avete presente la storiella di un gruppo di ciechi che toccando un Elefante cercano di capire, grazie all’uso del solo tatto, che animale hanno di fronte? In quella storia ognuno dei ciechi dice e pensa ad una cosa diversa.
Ecco se pensiamo ad Internet non solo come un intricata rete di router e cavi a fibra ottica, ma anche per quello che noi vediamo tutti i giorni facendo ricerche su Google oppure curiosando tra le foto della festa di ieri sera, postate sulla bacheca Facebook di un nostro amico, la sensazione che abbiamo è quella di trovarci davanti a qualcosa di ancora misterioso e non ben definito, che sembra mutare in continuazione. Cos’è quindi questo World Wide Web? Cosa lo caratterizza in maniera costante ogni volta che ci navighiamo dentro?
Risposta facile: il contenuto! Tutti oggi affermano lo slogan:”Content is King”. Il contenuto, in qualunque forma esso si presenti, è quello di cui ci nutriamo ogni giorno sul Web: email, video su YouTube, twittate, post su Blog, Facebook etc.
Siamo però sicuri che sia un Re? Oppure è vero tutto il contrario?
Uno dei problemi principali è ancora la confusione su cosa sia contenuto. Anzi la parola stessa è fuorviante perché anche il contenuto senza contesto è nulla e quindi anche il contesto è contenuto. Filosofia? No è roba spicciola, che possono capire tutti. Voi mangereste una pizza in un cesso pubblico? Recitereste Amleto durante un attacco aereo in Afghanistan? Ebbene molti siti web sono fatti e concepiti da persone che vogliono fare nuoto sincronizzato sulle Dolomiti oppure vogliono allestire una mostra fotografica con gli scatti fatti dal cugino il giorno delle loro nozze.
Ridicolo vero? Beh cominciate ad analizzare il sito della vostra azienda! Tutto giusto? Tutto perfetto? Parlate alle persone giuste?
Content is not the King.
Lo slogan Content is King andrebbe corretto e riscritto in “Content is a knife” o meglio ancora “Content is a bridge“. Il contenuto/contesto è un tool, uno strumento che va gestito da chi lo sa maneggiare meglio e deve assolutamente essere tenuto lontano da CEO improvvisati o da i loro cugini. In fin dei conti le lezioni di violino a vostra figlia mica le fareste fare dall’idraulico, no?
Un po’ di pazienza e ho finito. Spiego perché questo post si chiama Content Strategy bla bla. Se avete letto con attenzione lo immaginate già e per i più disattenti dico solo che per parlare al mondo è bene sapere cosa si vuole dire e a chi vogliamo dirlo, altrimenti è meglio stare zitti.
Ci sono un po’ di cose tecniche da dire (SEO, Information Architecture, Usability), ma per quelle vi lascio alle slide qui sotto tanto ci ritorneremo presto.
Content Strategy FTW