Conti di Deposito, un porto sicuro per ripararsi dal mare finanziario in tempesta

Da Robertopesce

In Italia sono comparsi solo negli ultimi anni, inizialmente promossi da Conto Arancio e da Che Banca! , la costola di Mediobanca rivolta al mercato dei privati, subito imitati da molte altre realtà bancarie visto l’immediato e crescente successo dello strumento.

In effetti, nella nazione dominata per decenni dai celebri “BOT people“, l’idea di un conto corrente (semplice da capire e da attivare) che ti fornisca un rendimento sicuro e garantito, ovviamente abbastanza limitato ma neanche malaccio se paragonato ai rendimenti attuali dei Titoli di Stato, è di appeal immediato soprattutto in tempi come questi in cui i Fondi Comuni di Investimento azionari pagano un decennio in abbondante perdita e le turbolenze dei mercati consigliano prudenza e porti sicuri, ormai non più garantiti nemmeno dal mondo obbligazionario che presenta rischi non indifferenti se si vogliono spuntare rendimenti decenti.

Certo, come scrivevo in un recente articolo (clicca qui se lo hai perso) questi sarebbero momenti d’oro per progettare portafogli azionari aventi la quasi certezza di spuntare rendimenti galattici nel giro di qualche mese o anno e gli ETF (Exchange Traded Funds) sono uno strumento spettacolare per perseguire questo scopo ma per chi non ha basi di formazione sul come utilizzarli al meglio la loro comprensione non è immediata (n.d.R. i miei corsi INTELLIGENZA FINANZIARIA e INVESTIRE IN AZIONI E ETF sono stati creati proprio per fornirti queste basi formative!).

Ecco così che, all’interno di questo scenario, i Conti di Deposito hanno trovato un proprio spazio crescente.

Un Conto di Deposito altro non è che un conto corrente bancario con funzionalità limitate che tuttavia frutta un interesse decisamente più elevato rispetto ai conti normali.

La sua logica è più quella di essere un prodotto di risparmio piuttosto che di investimento, utile soprattutto per parcheggiare la liquidità in attesa di utilizzarla per altri scopi. Da considerare in tal senso il vincolo temporale richiesto dalla banca a fronte del rendimento garantito (spesso anche anticipato), occorre avere quindi le idee chiare sul fatto di non avere necessità di utilizzare le somme versate nel Conto di Deposito per il periodo concordato, pena la perdita dei rendimenti pattuiti.

Essendo un conto corrente è soggetto alla disciplina di tali strumenti per cui i rendimenti sono stati fino ad oggi tassati al 27% ma tale aliquota dovrebbe a brevissimo venir ridotta al 20%.

Se la banca aderisce al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (verificare in tal senso), gli importi versati sono protetti fino a 100.000 € anche in caso di fallimento della banca e ciò lo rende di fatto uno strumento valido anche in termine di eliminazione del rischio dell’investimento.

Insomma, chiarito che non stiamo parlando di una situazione che possa fornire rendimenti mirabolistici (attualmente le migliori offerte bancarie tra i Conti di Deposito offrono ritorni tra il 3,5% e il 4,5% lordi per somme depositate per almeno 12 mesi), la sua semplicità di utilizzo e la sua assenza di rischio fanno comunque si che il Conto di Deposito rappresenti uno strumento da prendere in considerazione nell’ambito della gestione del proprio risparmio.

Roberto Pesce


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