Addirittura ci si rivolge a un blockbuster islandese ( si, avete letto bene ,non è un refuso ) intitolato Reykjavik-Rotterdam prodotto, cosceneggiato e interpretato da Baltasar Kormakur che in questo rifacimento a stelle e strisce siede comodamente dietro la macchina da presa.
Non ho visto l'originale per cui al momento non posso fare confronti e non so quindi quanto è il grado di fedeltà di questo remake ma Contraband ha l'apparenza di un film che più ammeregano non si può.
E non mi stupirebbe che per fornire al pubblico un prodotto al grado zero di complicazione giusto per non mettere in attività troppe sinapsi, siano stati appiattiti sottotesti e tematiche come da un rullo compressore.
Il senso dello spettacolo targato Hollywood, I suppose.
Dicevamo storia ammeregana fino al midollo: il classico migliore in qualcosa ( Wahlberg, stavolta nel contrabbando) che ha resettato la sua vita al tranquillo tran tran familiare con moglie ( e che moglie! Kate Beckinsale che ispirerebbe sesso anche se coperta dall'attaccatura dei capelli alla punta delle unghie dei piedi con un saio da monaca di clausura) e figli , che è costretto da un imprevisto di quelli grossi a ritornare almeno per una volta alla sua vecchia attività cooptando i suoi vecchi amici complici.
E il suo migliore amico viene lasciato a guardia della famiglia.
Come si può intuire da questa sinossi seppur incompleta , lo script di Contraband assomiglia a quello di altre centinaia di film. Ed è questo il suo difetto maggiore: pur confezionato in modo ineccepibile è un prodotto anonimo che non ha nulla per eccellere o almeno distinguersi dalla massa.
Sta nella medietà che stavolta fa rima con mediocrità, senza rischiare con snodi narrativi inaspettati o twists di sceneggiatura sorprendenti.
E a questo punto sorge spontanea la domanda sulla necessità o meno di questi rifacimenti in salsa americana.
La risposta è semplice, diciamo ovvia: sono il segno di una preoccupante stasi creativa a livello di studios hollywoodiani.
Le idee sono poche, ben confuse e si cerca di ovviare con i capitali , comprando quelli che le idee le hanno avute.
Naturalmente sono chiacchiere da bar: il film ha avuto un ottimo riscontro al box office americano arrivando addirittura in vetta ( a gennaio) e ripagando ampiamente i costi di produzione.
Però per avere un action di quelli cazzuti, anche un po' cafoni, è meglio rivolgersi altrove.
Qui troppo buonismo che trasuda fastidioso, la retorica dell'unione familiare che vince su tutto rimbomba per ogni dove, un protagonista che si fa scrupolo a contrabbandare droga ma non ha nessun problema a trafficare in banconote false, dei cattivi che rispettano troppe regole , a parte qualche botta di troppo alla Beckinsale che è veramente troppo bella per essere in qualche modo svilita o deturpata.
Wahlberg si dimostra ancora una volta un animale da boxoffice decisamente bravo a scegliere copioni di successo.
A conti fatti la parte più interessante del film è quella in cui si spiegano le varie tecniche per gabbare i doganieri.
E ho detto tutto.
( VOTO : 5- / 10 )