Ci sono cose, nella serialità televisiva, che tutti dovremmo apprendere dai britannici.
Soprattutto il minimalismo temporale (concetto appena coniato così, in un primo maggio qualsiasi), ossia la capacità di condensare gli eventi nel giusto tempo, di non renderli eccessivamente stiracchiati ed annacquati.
Un esempio? Misfits: stagioni da 8 puntate ciascuna, e passa la paura.
Un pessimo esempio in merito? Dexter. Oh, Dexter. Non credo necessiti commenti.
Un altro elemento che apprezzo molto è quel realismo figlio di Dickens che fa sì che se in un dramma in costume una candida fanciulla finisce in una palude, nelle scene successive la malcapitata sarà ricoperta di melma fino alle ascelle.
Esattamente quello che accade in Jamaica Inn, miniserie in tre puntate della BBC tratta dall’omonimo racconto di Daphne Du Maurier (già adattato da Hitchcock nel 1939 e per la stessa BBC nel 1983): contrabbandieri, assassini, corrotti, ambigui uomini di chiesa e un’ardita giovincella fanno della serie una specie di Angelica un po’ più sporca e disturbante.
La conturbante Angelica
E la impantanata Mary
Eh già, perché tra loschi figuri impegnati a far naufragare navi sulle coste della Cornovaglia (i così detti shipwreckers), locande improbabilmente prive di avventori, donne maltrattate e ladri di cavalli, ce n’è abbastanza per rivalutare quegli infantili voglio essere Jo March!
Shipwreckers attirano le navi sugli scogli per saccheggiarle
I due protagonisti principali, che trasformano il racconto in una specie di melodramma vagamente melenso, sono Jessica Brown Findlay (Mary) e Matthew McNulty (Jem), già visti (almeno da me) in Misfits; come sovente accade nei prodotti BBC, regia e fotografia risultano molto accurate e gli ambienti sembrano accompagnare i protagonisti, diventandone quasi comprimari.
Certo nella terza e ultima parte elementi esterni si accumulano in una specie di pastiche condito di riti pagani, transfer freudiani e un po’ di western in sapore di brughiera, ma in generale la visione è piacevole e se mentre guardi la seconda parte viene caricata online la terza, il pomeriggio sul divano è servito.
“…che conosca se stessa”