In Parlamento ci sono due proposte (Sel e Cinque stelle). Soprattutto ai grillini va dato atto di aver finalmente attirato l’attenzione politica su questo tema. Il loro «reddito di cittadinanza» garantirebbe fino a 780 euro al mese (persona singola) a chi si trova in difficoltà ed è disponibile al lavoro. I costi sono tuttavia proibitivi: dai 15 ai 17 miliardi l’anno. Anche a prescindere dalle modalità di copertura (poco dettagliate nel progetto Cinque Stelle), si tratterebbe di un passo più lungo della gamba.
Esiste però un altro progetto, fatto e finito. Si tratta del «reddito di inclusione attiva» (Reis) sostenuto da un ampia rete di soggetti (fra cui Acli, Caritas, sindacati) che hanno dato vita ad una vera e propria «Alleanza contro la Povertà». Il Reis sarebbe destinato a chi si trova in povertà assoluta (e non relativa, come nel caso della proposta grillina) e il suo importo sarebbe pari alla differenza fra il reddito disponibile e una soglia prestabilita in base ai componenti del nucleo. Per una persona sola senza lavoro, ad esempio, circa 400 euro al mese, più un contributo per l’affitto. Ai beneficiari si offrirebbero anche servizi volti a far recuperare l’autosufficienza.
A regime, il Reis costerebbe circa 7 miliardi l’anno. Tenendo conto dei vincoli di bilancio, l’Alleanza propone tuttavia un percorso di avvicinamento graduale in quattro anni: nel primo l’impegno sarebbe più o meno 1,6 miliardi.
Da qualche giorno ci si interroga su come utilizzare il famoso «tesoretto» previsto dal Documento di economia e finanza e che, neanche a farlo apposta, corrisponde proprio al costo del Reis per il primo anno. Se i soldi ci sono davvero, è un’occasione unica. Difficilmente la Commissione europea potrebbe sollevare obiezioni, visto che in vari documenti ufficiali ha criticato proprio l’assenza di una misura nazionale contro la povertà e ha chiesto all’Italia di predisporre un piano strategico di lotta all’esclusione. Per arrivare a regime nel 2019, il governo potrebbe anzi appellarsi sin d’ora alla nuova clausola sulla flessibilità dei vincoli fiscali approvata a Bruxelles due mesi fa.
Sarà la volta buona? A questo punto, gli scenari che si profilano sono due. Quello prudente e praticabile, ossia adottare il Reis. Quello più ambizioso ma che solleva enormi problemi di finanziamento, cioè insistere sul reddito di cittadinanza. Chi vuole aiutare i più poveri concretamente e da subito non può aver dubbi su cosa sia meglio fare. Il governo nemmeno: dunque ci aspettiamo che faccia.