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In un post precedente, commentando un editoriale di Giovanni Sartori, esimio politologo da me stimato quando parla di cio' che sa, ingoiando parecchi rospi, ho evitato di commentare (ma non di citare) l'errore molto comune di utilizzare come sinonimi i termini "musulmano" e "islamico".Un mio cavallo di battaglia fin dai tempi dell'università. Battaglia contro i mulini a vento, s'intende, come molte delle mie.
In breve: "islamico" nasce come aggettivo che significa "appartenente all'islam" (che ne so, legge islamica, macelleria islamica, valori islamici), mentre "musulmano" è sia aggettivo sia sostantivo. I media hanno, invece, cominciato ad usare l'aggettivo "islamico" anche come sostantivo, di solito legato a una connotazione politico-fondamentalista. Per questo sarebbe più corretto, invece, usare "islamista".
Ora, grazie a un post di Paola Caridi sul suo bellissimo blog, Invisiblearabs, mi sento meno sola. E, come lei, sempre più schifata dalla strumentalizzazione, anche terminologica, dell'ignoranza e della superficialità.
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