Contro il conservatorismo: analogico versus digitale

Da Alxcoghephotographer

Il nostro futuro: analogico o digitale?


Facendo qualche ricerca su internet mi sono imbattuto in questo documento:
Chi ha paura del digitale?
Chiaramente, per certi passaggi, appare datato (è del 2002), ma secondo me è ancora in grado di offrire spunti di riflessione sulla questione analogico versus digitale.
Se n'è discusso e ancora se ne discute tanto. Con buona pace dei tifosi del digitale che diagnosticavano una facile estinzione della fotografia argentica ma anche di coloro che sostengono convintamente la presunta superiorità dell'analogico.
C'è qualcuno che addirittura ne parla come di due cose completamente diverse, addirittura di due linguaggi. Ma se parliamo di linguaggio per il sottoscritto ce n'è solo uno ed è quello fotografico, e io non faccio distinzione tra analogico e digitale in questo senso.
Chi ferventemente sostiene circa la superiorità dell'analogico spesso porta in sua difesa il fatto che in analogico sofisticazioni erano impossibili. Chi conosce veramente la fotografia, sa in realtà che questo discorso è assolutamente falso e tendenzioso, ispirato da posizioni di comodo che però non hanno alcuna attinenza con la realtà storica della fotografia: Man Ray e Moholy-Nagy potrebbero far loro conoscere tutte le sperimentazioni visuali e tecniche fatte nelle loro carriere.
In realtà i software di editing come photoshop e lightroom, che sono assolutamente necessari per chi lavora con il digitale, svolgendo anche funzione di camera chiara, permettono in maniera più rapida certamente dell'analogico, di fare quel che possiamo fare in camera oscura. Qualcuno dimentica, forse per comodità, forse per ignoranza, che in analogico si compivano moltissime artefazioni dal colorare le foto, alle sovrapposizioni, ai fotomontaggi. Esistono metodi anche per alterare le foto realizzate con una polaroid...
Io sostengo che andrebbe sempre valutata la fotografia nella sua interezza e non dividerla per approccio o tecnica utilizzata, ma per come questi li mettiamo al servizio del nostro fotografare.
Chi si ostina a decantare la superiorità dell'analogico di fatto dimentica dello stato in cui versava la fotografia prima dell'avvento del digitale: si era arrivati ad un punto morto e oltre forse, e sottolineo forse, non si poteva più andare. Vorrei anche ricordare che i professionisti, perlopiù di studio, giravano anche con una polaroid per vedere il risultato e capire dove potevano migliorare la composizione e le luci. Che cosa c'è di male se adesso il digitale permette di valutare tutto questo in tempo reale?
Inoltre anche la fase di stampa ha la sua rilevanza perchè esistono delle tecniche  che permettono una profondità anche in digitale, anche in bianco e nero impensabili dai più. E se la gamma cromatica dell'analogico è tutt'ora insuperata un giorno non lo sarà più probabilmente, e allora come si metteranno gli ultrà dell'argentica?
Il rifuggire le novità e non aprirsi alle possibilità offerte dai mezzi attuali messi a disposizione è porsi dei limiti.
Sta accadendo a molti fotografi digitali adesso che non accettano ancora il fatto che nuovi sistemi privi di specchio stiano facendo passi da gigante, non solo sotto l'aspetto delle vendite e della loro diffusione nel mercato, ma soprattutto a livello tecnologico.
Il nuovo, il futuro spaventa molte persone che ad esempio vanno nel pallone più completo ad ogni nuovo upgrade dell'interfaccia di facebook.
Vorrei precisare che io non mi schiero da una parte nè dall'altra  e non voglio farlo neanche in futuro. Da fotografo non voglio proprio decidermi: attualmente scatto in digitale, ma ho appena acquistato una Petri rimarchiata Carena. E in futuro mi prenderò una rolleiflex.
Questo per chiarire che la mia posizione sta esattamente nel mezzo. Ogni sistema ha i suoi punti forti e le sue criticità e l'importante è scegliere con consapevolezza quello che è meglio per noi per fare le foto.http://feeds.feedburner.com/AlessioCogheStreepher


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