Magazine Cultura
Ogni tanto bisognerebbe fermarsi a riflettere... a pensare a quante cose belle puoi trovare magari ad un palmo dal luogo in cui vivi e che troppo spesso ti appare comune, scontato e forse perfino brutto. E' quello che mi sono sentito dire dopo gli ultimi post su Pentone. Qualcuno addirittura mi ha scritto : " mamma mia Pentone..." a voler dire che è esagerato spendere tanto spazio per il proprio paese. Probabilmente altri condivideranno questa preoccupazione, ma di certo non mi convinceranno a virare su altri argomenti. Sono convinto che il mio paese, il nostro paese potrebbe essere un modello ideale di socialità, di cultura, di economia e persino di residenza. Questa mia campagna Pro Pentone non vuole essere dunque solo un argomento da trattare, ma una speranza da trasmettere e condividere. Quando ho iniziato questo percorso non pensavo che così tanta gente era fortemente interessata a leggere semplicemente del suo paese, oggi sono convinto che la maggior parte dei miei utenti clicca su spaziokultura proprio per trovare qualcosa che riguardi Pentone. Gli attestati di stima sotto forma di commenti poi, mi stanno stimolando ad entrare sempre più nel dettaglio e arrivato a questo punto senza più la preoccupazione di essere scontato o impopolare. Anche quelle risposte tendenzialmente discordanti con le mie riflessioni stanno così divenendo spunti di discussione e magari per strada escono questi argomenti. Non aspiravo a tanto, ma adesso che ci siamo non voglio più tirarmi indietro convinto come sono che Pentone deve risorgere, deve riaffermarsi e deve sublimarsi delle sue eccellenze. Allora per fare questo ritengo che l'unica ricetta possibile è il pluralismo. Se ben notate nei miei post non accenno in alcun modo ad individualismi, cioè a persone e cose che potrebbere essere il tutto. Ciò che privilegio è appunto il tutto! Noi come comunità dobbiamo dare una svolta, dobbiamo essere artefici di un radicale cambiamento che non può più essere rimandato. Qualche segnale c'è già, ma adesso si deve proseguire in questa direzione e tracciare un cammino luminoso come quello che in passato ha prodotto quanto oggi rimpiangiamo. Un cammino state certi che non avrà un protagonista, come qualcuno tenta di far capire e di far passare, ma che impegnerà tutti senza distinzione. Solo se ci ribelliamo all'attuale logica di abbandono, di protagonismo, di egocentrismo di cui purtoppo siamo vittime, ci sarà la svolta tanto auspicata. Cominciamo come prima cosa a non farci incantare dalle sirene propagandiste di chi campeggia in foto sui giornali e poco garantisce al vivere sereno nel nostro paese. Fatto questo tiriamo avanti. Saremo già a metà del nostro percorso.