Sono bastate alcune semplici affermazioni, dal mio punto di vista del tutto condivisibili, per scatenare l’ira del web contro la presidente della camera dei deputati Laura Boldrini. Nell’universo WWW è possibile trovare tutto e il contrario di tutto, notizie di ogni genere date per vere, ipotesi di complotto, accuse, violenze verbali o fisiche (riprese e messe on line). La rete è uno strumento meraviglioso se si riesce a comprendere e usare. Ma può essere anche estremamente pericolosa e da anni ci sono persone, movimenti e associazioni che mettono in evidenza la pericolosità del lato oscuro della rete.
Partiamo dall’idea di libertà. Perché si dice che la rete è libera? Perché posso scaricare film e musica gratis? Perché posso guardare pornografia a ogni ora? Perché, si dice, sul web sono nate alcune delle rivoluzioni più importanti degli ultimi decenni? Perché posso condividere in tempo reale un pensiero, una foto, un video? Perché posso votare on line?
A me sembra che una parte di noi abbia trovato nella rete una vita virtuale “ideale” in cui avere l’illusione di sentirsi liberi e, magari, scaricare le proprie frustrazioni.
Quel che è accaduto è che la Boldrini ha chiesto un impegno contro la violenza sulle donne anche sul web e ha chiesto di mettere un freno alla violenza che si scatena anche sulla rete. Non è, di fatto, una cosa semplice da fare utilizzando leggi che, fra le altre cose, già ci sono. Ancora una volta credo che il mezzo migliore sia quello dell’educazione al rispetto.
Quanti di noi andrebbero, di persona, da qualcuno che ha idee diverse dalle nostre per offenderlo? Come minimo rischieremmo uno schiaffo o una denuncia. E allora perché ci sentiamo in diritto di farlo on line? Non so se avete letto ciò che si scrive contro Laura Boldrini o contro la ministra per l’integrazione Kyenge. Sono sempre stato assolutamente contrario all’insulto come mezzo di contrasto politico o personale. Lo sono sempre stato anche quando si offendono persone che non stimo e che non appartengono alla mia “ala” (sempre che ne esista ancora una) politica. Schernire Brunetta per la sua altezza è sciocco e volgare, offensivo e inutile. I mezzi per contrastare le idee di Brunetta ci sono. Ma sono le sue idee che vanno combattute e non lui come persona. Eppure ho l’impressione che l’attacco alla Boldrini abbia una natura diversa. La ministra Kyenge paga, in un’Italia in parte estremamente razzista, per il colore della propria pelle.
Alla Boldrini viene rimproverato il suo essere “falsa” (non si capisce in base a cosa si affermi una cosa del genere), la si accusa di essere ipocrita (per via di una, lo ammetto, brutta uscita sul “non sapere” della condizione di povertà in Italia). Io tempo che il problema principale sia che Laura Boldrini è una donna. Una donna intelligente. Una donna intelligente e bella. Fra i tanti commenti offensivi e irripetibili (con tanto di auguri di prossima morte) uno mi ha colpito.
Una donna che diceva alla Boldrini di tornare a casa a lavare i piatti.
Il problema, temo, è tutto qui. Se sei una donna che si discosta dai canoni fallocratici e fallocentrici di questa società allora devi essere punita.
Forse è il caso di aprire gli occhi. Nessuno ha chiesto la censura della rete. Non sarebbe neppure possibile probabilmente. Ma io tutta questa libertà, francamente, non la vedo e se fossimo un popolo maturo e sereno forse capiremmo che il rispetto verso le/gli altre/i dovrebbe essere alla base della nostra quotidianità.
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