
Predrag Matvejevic, scrive Claudio Magris nella prefazione a Breviario mediterraneo, "è in primo luogo un protagonista del dibattito intellettuale contemporaneo [...] è la voce di una critica ispirata al marxismo e alle istanze rivoluzionarie, ma scevra di ogni ortodossia e di ogni dogma ideologico [...] Matvejevic ha rimeditato a fondo e rinnovato con grande originalità la concezione sartriana dell'engagement e si è inserito con indiscussa autorità nel dibattito internazionale sull'impegno e la libertà della letteratura". Matvejevic, prosegue Magris, "con la sua cultura cosmopolita, la sua signorilità intellettuale - e la sua dialiettica di vicinanza-lontananza alla vita, alla storia e alle cose - difende la soggettività senza abdicare all'universalità, resiste al totalitarismo senza perdere di vista una prospettiva globale della realtà". E tuttavia, "combattendo contro lo stalinismo e contro tutti gli stalinismi ossia contro tutte le formule e le concezioni totalizzanti, Matvejevic ha anche esorcizzato e smascherato il pericolo opposto e complementare [...] e cioè il particolarismo esasperato e la dispersione molecolare [...] mettendo così in guardia contro ogni ossessiva, viscerale, atomistica esaltazione della propria identità e della propria immediatezza".
Ho intervistato Predrag Matvejevic nei giorni scorsi. A partire dalla sua vicenda personale, con la consueta disponibilità e semplicità, il grande scrittore e intellettuale mi ha parlato dello stato delle democrazie dell'est europeo, delle conseguenze lasciate dai conflitti etnici nei Balcani, della crisi dell'Unione Europea e della politica che quasi ovunque sembra ormai aver smarrito ogni legame con la cultura.
L'intervista è disponibile sul sito di Radio Radicale oppure oppure è ascoltabile direttamente qui