Con Controcorrente siamo al limite del decadentismo.
Des Essient, l’eroe debole di Karl Huysmans, è l’ultimo dandy, l’ultimo amante del bello, una passione tanto vasta, la sua, da sfociare nel delirio, nell’odio del brutto e nella devastante follia dell’altro.
Des Essient eredita la fortuna del padre e questo gli permette di vivere di rendita, una rendita esagerata.
La sua formazione però, o meglio la deformazione della sua formazione, lo porta ad odiare la compagnia del prossimo e a riuscire a sopravvivere solo in un mondo che pian piano riesce a costruirsi intorno, isolandosi dal resto del mondo.
La sua casa diventa una regno fantastico ma al tempo stesso una prigione che lo porterà alla malattia e alla follia (sebbene non dichiarata).
Il romanzo è un continuo descrivere, raccontare, scegliere.
Non si tratta però di una descrizione sterile degli ambienti, qui si analizza il tutto attraverso la mente di Des Essenties.
Così seguiamo passo passo la scelta dei colori del suo studio, quella dell’arredamento, ma anche la lunghissima operazione di selezione dei profumi più adatti.
Des Essenties è un esteta, attento ad ogni minimo dettaglio. Disposto ad aspettare per trovare la soluzione migliore, salvo poi maledirsi per il tempo perso.
In fondo (ma in realtà anche in superficie) è un infelice, incapace di vivere e di provare piacere, nemmeno dalle dettagliate invenzioni di cui si circonda.
La prosa di Huysmans è devastante per la ricchezza di particolari e di dettagli.
Ogni capitolo è un delirio di approfondimento stilistico.
Vi bastino due momenti (che peraltro arrivano uno dietro l’altro nella vicenda).
La descrizione della scelta della tartaruga (viva) da mettere in salotto perchè si abbini al tappeto è un momento geniale e orribile, che si conclude con la morte della povera bestia dopo che il protagonista decide di farla placcare d’oro per avere una luce migliore.
Subito dopo (o prima) è la sconvolgente descrizione del mal di denti e della ricerca affannosa di un dentista capace di alleviargli il dolore. Non si risparmiano particolari sanguinolenti e dettagliatissimi.
Il protagonista, che poi è un personaggio fortemente negativo ha molto di Huysmans, delle sue fobie e soprattutto della sua evoluzione e conversione degli ultimi anni.
Romanzo eccessivo quindi, controcorrente senza dubbio, ma anche profondamente autobiografico.