Fino all’altro giorno, cioè fino a quando si sperava che fosse possibile un governo di coalizione tra la destra liberista e i socialisti, il Portogallo era portato ad esempio della bontà delle ricette europee e della crescita, ma adesso che si è fatta avanti l’ipotesi di un governo della sinistra, comprese le formazioni contrarie all’euro e ai trattati capestro, il Paese è diventato improvvisamente fragile e le stesse cifre che servivano da peana per i massacri sociali sono diventate sospette: guai ad allontanarsi dalla retta via seguita fino ad ora. Il sistema bancario fa sapere attraverso alcuni suoi rappresentanti che “saremo molto riluttanti a investire nel debito portoghese”(Rabobank) o che, guarda un po’, ” il Portogallo ha molte delle patologie economiche della Grecia, con gli indici d’indebitamento già al di là del punto di non ritorno (Citygroup al Telegraph), mentre l’Fmi avverte che i guadagni derivanti dall’aumento dell’export “devono essere utilizzati in modo restrittivo”, ossia non devono essere redistribuiti.
Tutti media che nell’ultimo anno e mezzo si sono fatti tappetino del presunto miracolo portoghese ora rilanciano il contrordine della sala macchine e mostrano un’economia portoghese sull’orlo del collasso e dunque non in grado di uscire dalle ricette austeritarie. Non so esprimere a pieno la nausea che mi dà questo teatrino costruito sugli equivoci statistici, sui dati interpretati in maniera del tutto falsata, se non falsi proprio alla radice. Come per esempio il giubilo per la diminuzione della disoccupazione giovanile in un Paese di 10 milioni di abitanti che ha visto emigrare 500 mila giovani o il tripudio per l’aumento dell’export che è passato dal 30 al 40 per cento del Pil dal 2010 ad oggi, non tenendo conto però della diminuzione del prodotto interno lordo intervenuto nel frattempo, non considerando la notevole quantità di oro che le famiglie sono state costrette a vendere per sopravvivere, finito tutto all’estero e trascurando il fatto che questo boom di fantasia non abbia portato alcun aumento del valore aggiunto. O come l’entusiasmo per la presunta ripresa dei consumi interni dovuta alla comparsa di prestiti subprime al consumo. Prima era la nuova età dell’oro, da due giorni esce fuori che la somma tra debito pubblico e privato arriva al 370 per cento del Pil e che dunque è il più alto al mondo dopo quello giapponese. Ossia che il Paese governato da almeno quattro anni col telecomando da Bruxelles sta ancora peggio di prima.
In un certo senso è come se l’oligarchia continentale abbia creduto alle sue stesse bugie e quindi non riesca a capire come il partito di centro destra di Pedro Passos Coelho dopo tanti straordinari successi di carta e di televisione abbia perso il 10% abbondante dei voti e la maggioranza assoluta mentre le varie sinistre li abbiano invece raddoppiati, il che assieme al debole aumento dei socialisti rende possibile un governo della sinistra. Il fatto che la realtà conservi un suo potere e che la propaganda, anche travestita da informazione, possa molto, ma non tutto, la ferisce e l’angoscia. Ma come accade per i grandi predatori prima ancora di capire c’è la reazione, il morso, la zampata ricattatoria affidata ai fedeli banchieri e centri finanziari: faranno di tutto per evitare un governo di sinistra, anche se come pare questo sarebbe comunque disposto a piegarsi alla massima parte delle ricette austeritarie e autoritarie, seguendo ahimè, orme già conosciute. Del resto i socialisti sono da cinque anni filo troika e dunque non ci sono da aspettarsi barricate, ma il fatto stesso che pure una sola virgola possa essere contestata e che forze contrarie all’oligarchia di Bruxelles e Berlino possano entrare nel governo, facendo balenare l’idea che dopotutto cambiare si può, dà il mal di pancia alla governance europea. E’ per questo che con la complicità del presidente della Repubblica e l’ aiuto dell circostanze (il Portogallo è in un periodo analogo al semestre bianco italiano nel quale è impossibile sciogliere le camere) si sta tentando di formare un governo di minoranza della destra.
Purtroppo ammesso e assai poco concesso che un governo di sinistra possa essere costituito, cambierà poco visto che questo è impossibile senza autonomia monetaria e senza che questa sia accuratamente preparata e messa sul piatto: tuttavia non si può nemmeno sottovalutare il fatto che le popolazioni comincino a mangiare la foglia ad accorgersi di essere prese per i fondelli e che si cominci a vedere il vuoto perverso dietro le inconsistenti e contraddittorie teorie economiche con le quali vengono giustificati i massacri alla democrazia. E che si accumuli con lentezza il materiale esplosivo.