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[Contropiano]: La “stanchezza” di un Pontefice

Creato il 11 febbraio 2013 da Rulm @rulm
[Contropiano]: La “stanchezza” di un Pontefice      di Sergio Carraro

Lo scontro interno alla Chiesa Cattolica ha “logorato” il teologo Benedetto XVI. La sfida della modernità e l’egemonia capitalista ne hanno depotenziato i tentativi di tenere il passo con i tempi. La crisi complessiva di civiltà si sta rivelando in tutti i suoi aspetti.
“Mai più un Papa straniero” era questa la battuta sussurrata nei corridoi vaticani dalla metà del pontificato del papa polacco Giovanni Paolo II. Eppure la Curia “romana” aveva dovuto incassare una seconda sconfitta nel 2005 con l’elezione di Papa Ratzinger. Non è un mistero che sin dall’inizio del suo pontificato ci sia stato scontro dentro il Vaticano. Uno scontro non certo nuovo ma che si trascina sin dal Concilio Vaticano II dell'ottobre 1962, con il quale la cupola della Chiesa Cattolica cercò di evitare che la modernizzazione che aveva investito la società del dopoguerra relegasse al palo e al passato la “verità rivelata” della cristianità. Dallo scontro in sede conciliare nacque negli anni successivi la scissione dei seguaci di Mons.Lefebvre e la loro successiva scomunica. Secondo i lefvbreviani, terrorizzati dalla crescente influenza sulla società dei maestri del dubbio (Hegel etc.) e del marxismo, “La Chiesa non produce sufficienti anticorpi per superare questa crisi, di cui il modernismo, sotto papa san Pio X, è stato un segnale di avviso”. Gli scissionisti daranno vita alla “Fraternità San Pio X” con la quale l'attuale pontefice Benedetto VI (Ratzinger) ha cercato in tutti i modi di ricucire. Lo farà con un atto unilaterale (il Motu Proprio) del 14 luglio 2007 che ha reintrodotto la possibilità di celebrare la messa in latino e poi il Decreto del 21 gennaio2009 nel quale si afferma che i seguaci della Fraternità San Pio X non sono scismatici né scomunicati. Da allora è stata stabilita una sorta di commissione bilaterale tra Vaticano e lefevbriani che sta portando avanti colloqui che si svolgono regolarmente, colloqui nei quali i tradizionalisti non intendono in alcun modo rinunciare ad affrontare il “grande tabù ecclesiastico contemporaneo, la questione scottante per eccellenza” ossia i guasti prodotti – a loro avviso – dal Concilio Vaticano II del 1962...

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